Ci sono molte persone che non credono alla Psicosomatica, branca della psicologia che intende correlare un disturbo fisico a un disturbo di natura psichica, il quale viene somatizzato per poi concretizzarsi nell’organismo. Fanno finta di crederci solo per smuovere compassione e compatimento negli altri.
Ossia, facendo un esempio, quando la Psicosomatica dice che è subentrato quel tale malanno perché si era troppo stanchi e stressati a causa del lavoro, alcuni rispondono "Si, si è vero!", felici di essere stati compresi, in quanto devono riuscire a fare un po’ di tenerezza ed essere compatiti, ma nella pratica, poi, non fanno nulla per rimediare, perché non credono assolutamente a questo messaggio. Si gongolano soltanto nel tentativo di potersi riposare un po’ di più, di certo giustificati dalla presenza della malattia.
Ancora più grave, invece, è chi fa finta di crederci solo quando fa comodo a lui e il messaggio della malattia è pressoché “gradevole” nei suoi confronti, come quello appena citato, che definisce la persona un gran lavoratore, il quale, poverino, ora ha bisogno di tanto relax. Se però il significato del disturbo è contrario ai loro schemi mentali, allora succede un pandemonio. Accade quando dici a questa persona che oggi presenta tale malessere a causa di un sentimento provato antecedentemente, come il rancore, per dire.
Apriti cielo!
"Ioooo???? Ma figurati se io provo rancore! Ma cosa stai dicendo?!" è la risposta che si sente pronunciare, conoscendo il rancore etichettato come una delle emozioni più spregevoli da percepire.
Succede in quanto non si capisce che, molto spesso, quel rancore non è per forza rivolto verso una persona in qualità di odio, ma è una scontentezza di fondo e un motto di rimpianto e/o di rimorso nei confronti di se stessi o di una situazione. Ecco, così piace già di più… “nei confronti di noi stessi” fa già più tenerezza e lo si accetta meglio.
Perché l’importante (e scusate il termine) è fare pena. Fare la vittima. Essere un povero soggetto incompreso che ha bisogno solo di tante pacche sulle spalle.
Ebbene… mi chiedo: continuando a pensare e a vivere in questo modo, dove credono di andare queste persone? No, non mi riferisco alla Psicosomatica. Nessuno è obbligato a crederci o meno, mi riferisco alla conduzione della loro vita. Dove pretendono di andare, continuando a piangersi addosso e cercando sempre la commiserazione negli altri?
Perdonate la durezza, ma sono una persona che frequenta parecchia gente. Vivo parte delle giornate all’interno di vari social, vuoi per piacere vuoi per lavoro, e mi rendo conto proprio di come alcuni basino tutta la loro esistenza sulla tristezza e sull’angoscia, anche quando queste non servono a nulla, utilizzandole quasi come strumenti atti a ottenere in cambio un qualcosa di appagante.
Ci sono individui che sto “monitorando” ormai da anni, posso dire, che mai, mai e poi mai, un solo giorno, hanno postato un qualcosa di positivo o dal significato bello e leggero. Ora: io posso capire che una vita possa essere davvero difficile, ma anche per la legge di qualsiasi statistica non è possibile che nemmeno un giorno, in tutta questa vita, non sia stato un poco più gradevole. Dico tutto questo, fondamentalmente, perché mi dispiace davvero, perché non si capisce il male che si fa a se stessi e quanto possa aumentare il dolore, così facendo. Continuando a emanare negatività, tornerà negatività moltiplicata. Che brutto! Che pesantezza!
Agendo così si allontanano gli altri da noi! Non è assolutamente vero che si avvicinano e ci si può così sentire meno soli. Verranno le prime volte, pronti a dare il loro affetto e il loro appoggio, ma prima o poi scapperanno da questa brutta energia a gambe levate. Solo riuscendo a essere come il Sole si potrà attrarre la gente. Solo riuscendo a illuminare la propria giornata e le giornate altrui si potrà davvero contare sulla presenza degli altri al nostro fianco. Perché il Sole è fonte di vita, non le tenebre. Perché inconsciamente si ricerca la gioia, lo stare bene, il sorriso e si rifugge tutto ciò che è pianto e tristezza.
Siate per voi stessi e per gli altri fonte di positività. Soltanto così potrete davvero lamentarvi in futuro, ben giustificati, e ricevere di conseguenza un solido aiuto donato col cuore.
E, riguardo alla Psicosomatica credeteci oppure no, ma se decidete di farla vostra, senza assolutismo, impregnatevi della sua ricchezza e dei suoi consigli. Cercate di far del bene a voi stessi, visto che le malattie, a mio avviso, arrivano per voi e non per gli altri. Cercate di trarne profitto e un valido aiuto. Non sfruttatela per sciocchi scopi egoistici.
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