Ecco a voi Louise Hay!
Oggi desidero presentarvi una persona davvero speciale. Tanti di voi, forse, la conoscono già, ma per chi non la conoscesse eccomi pronta a raccontar di lei. Si chiama Louise L. Hay ed è un’arzilla signora di 89 anni.

Lo direste? E erchè voglio parlarvene?
Vedete, questa donna, altri non è che la Madre del Pensiero Positivo. E’ considerata tale da quando ha iniziato a divulgare una sua nuova forma di pensiero, che ha preso sempre più piede fino a renderla famosa in tutto il mondo.
Louise crede così tanto nella forza del pensiero da essere convinta che con esso, se positivo, buono e felice, si possono addirittura curare le malattie più gravi. Essa stessa dice di essersi liberata di un tumore all’utero lavorando non tanto su di esso, quanto piuttosto sul valore che questo brutto male gli stava insegnando.
Ebbene sì. Essendo convinta al mille per mille che un sintomo è in realtà una sorta d’insegnamento, ossia che, se arriva, è perché lo abbiamo "cercato" come risposta ai nostri pensieri, basterà prenderne atto, ringraziarlo e iniziare a pensare esattamente nella maniera opposta a quella solita, consueta e conosciuta. Nel suo caso, parlando di cancro, l’esempio è questo (anche se può avere diverse sfaccettature):
Tumore = Accumulo di rimorso/Nutrire vecchie ferite e traumi.
Risoluzione = Poichè io mi approvo e mi amo, creo un mondo pacifico e gioioso nel quale vivere.
In effetti, la cara Louise è rimasta vittima di questa malattia quando aveva circa 50 anni e prima di allora non aveva avuto certo una vita facile e idilliaca. Si parla di diversi tipi di violenza subiti quando era solo una bambina e un’adolescente e si parla di violenze gravi. Il dolore, la frustrazione, la rabbia, il rancore che ella ha coltivato umanamente e - forse - anche inconsciamente dentro di se, è scaturito in un tumore. In poche parole, ha fatto del “male” a se stessa, inconsapevolmente. Il male che lei teneva dentro è rimasto lì, trasformandosi in qualcosa di fisico, ammalando determinate cellule. E, guarda caso, nell’utero, la sua parte più femminile, quella più intima. Ma anche quella che era stata violata. Come fare, allora? Bisognava eliminare quella parte, ma come? Abbandonandola. E come si può abbandonare un risentimento alias malattia? Perdonando. Ossia lasciando andare. Perdonare, infatti, non significa “condonare”, ma semplicemente far sì che la cosa si dissolva con amore. Nessun medico ha testimoniato o testimonierà che Louise Hay si è auto-curata con questa forza di pensiero, alla quale ha aggiunto anche altre tecniche alternative, come la Reflessologia. Ma lei afferma che le cose sono andate proprio così. In fondo, i pensieri fanno parte di noi come un organo, come un dente, come un osso, come un’emozione.
