Fa malissimo sentirselo dire (e lo capiamo bene) ma purtroppo, ogni volta che parliamo di manipolazione, dobbiamo comprendere responsabilmente che solo chi si rende una vittima idonea può permettere a un manipolatore di esistere/agire, altrimenti quest'ultimo sarebbe totalmente annientato e statico come uno straccetto strizzato e steso dopo aver finito le pulizie.
Rendersi responsabili di questo non significa averne colpa, bensì significa esserne i proprietari. E se ne sono proprietario, se ne sono il creatore, allora significa che posso modificare la mia creazione come meglio credo: forse sarà faticoso, come per realizzare qualsiasi grande opera d’arte, ma posso farlo.
Pensi che Michelangelo non abbia faticato a scolpire il Mosè con i mezzi di cui poteva disporre nel 1500? Una statua in marmo di ben 2 metri e 35 cm?! E’ che il buon Buonarroti aveva la passione… ecco il suo carburante! E tu, quanta vera, potente e viscerale passione hai per la tua vita?
In questi ultimi giorni ci è capitato molto spesso di ricevere richieste d’aiuto da parte di persone manipolate e che oggi stanno iniziando a sentire profondamente il disagio e la sofferenza che questo essere schiavi sta provocando in loro.
Parliamo di persone adulte, anzi, super adulte! Sopra i quarant’anni. Persone con famiglia, con un proprio lavoro, con amici… In questi casi si tratta prevalentemente della manipolazione materna.
Si sente spesso parlare della manipolazione del compagno narcisista ma quella della madre (o del padre, in alcuni casi) è devastante tanto quanto l’altra, se non peggio, dal momento che un genitore non può essere sostituito con un altro (o forse sì...).
Sta di fatto che una nostra cara amica ha deciso di acquistare casa in un paesino dell’entroterra, ma la madre, non approvando la sua scelta, ha pensato bene di non darle più l’aiuto economico promessole in precedenza. Per un’altra casa, in un altro borgo sì… per quella no. E già qui qualche punto interrogativo inizia a farsi strada nella nostra mente.
Un altro nostro amico, il quale sarebbe venuto volentieri a un nostro incontro, non ha potuto essere tra noi, in quanto, quello stesso giorno, il cugino recitava nella piazza del paese assieme a una compagnia teatrale e la madre lo ha così obbligato a restare a casa per essere presente alla commedia. Questa, poi!
Una giovane donna invece, ci ha confidato che in questo periodo risente moltissimo di scelte fatte in passato per accontentare la madre, che l’ha obbligata a sposarsi e a fare un determinato lavoro. Ora si ritrova sola - in quanto con il marito, ovviamente, non è andata per il verso giusto - e da quel lavoro non ricava un euro.
Parliamo di tre persone scontente, insoddisfatte e tristi da diversi anni. Di persone che quando parlano lo fanno con le lacrime agli occhi. Potremmo andare avanti per ore a raccontare esempi come questi, ma il succo del discorso è sempre lo stesso.
La nostra esperienza (e non ne serve molta) suggerisce di lavorare su di sé: è l’unico modo per cambiare le cose. D’altronde, quale altro modo potrebbe risultare utile, far cambiare gli altri? Certo, sarebbe comodissimo. Che bello sarebbe avere una madre che non ci ricatta, che non ci sgrida, che ci resta sempre e comunque vicina... ma non potrà mai essere così se volgiamo questa responsabilità a lei.
Non potrà mai essere così perché quella madre ha i suoi demoni e, se non sarà lei a fare a sua volta un lavoro di trasmutazione dei mostri che ha dentro, non sarà possibile pretendere un cambiamento da lei. Sarebbe come voler tirare a tutti i costi una corda legata forte da qualche parte e ritrovarsi soltanto con i palmi abrasi e sanguinanti. Ma, ancor peggio, sarebbe come restare davanti a una pianta di alloro e sperare che questa si trasformi in un arbusto di rosmarino: è assurdo! E lo è per un’infinità di motivi. Anche l’alloro deve esistere. Ebbene sì, forse a te non piace, fa male, dà fastidio, ma serve anche l’alloro a questo mondo.
I demoni di tua madre servono a questo mondo anche se può sembrarti una sciocchezza. E, cosa che forse reputerai inaccettabile, servono soprattutto a te! Forse da questo si può intuire il perché nella nostra Scuola un corso dura come minimo tre anni...
Come puoi diventare libero, se non hai chi ti schiavizza?
Come puoi imparare ad amarti, se non hai chi ti sottomette?
Come puoi innalzarti, se non hai chi ti schiaccia a terra?
Sappiamo bene a cosa stai pensando in questo momento: che potresti essere libero a prescindere, in alto a prescindere. Sarebbe come dire che potrebbe esserci il giorno senza la notte e l’Universo, anziché essere il Tutto, potrebbe essere solo quello che piace a noi... ma questo è un discorso lunghissimo, torniamo alla pratica, che è la cosa più utile.
Vuoi il rosmarino? Vai a comprartene una pianta, fattela regalare, chiedila in giro, lavora sodo per ottenerla, inventatela...! Ma non puoi restare fermo lì a pregare, piangendo tutte le tue lacrime, nella speranza che un alloro - nato per essere tale - diventi qualcosa di diverso da ciò che è. Ti stai facendo del male. Stai dando a quella pianta il potere di farti del male. Lo stai facendo tu! E lo stai facendo a causa dei tuoi schemi mentali e delle tue paure: paura di perdere l’appoggio, l’affetto (?), la stima, la presenza di tua madre.
Sai qual è la cosa buffa? E se te lo diciamo è perché lo abbiamo sentito dire con le nostre orecchie. La cosa più aberrante a cui si giunge è che, quando tua madre lascerà questa terra, tu ti sentirai libero. Ti rendi conto dell’assurdità di tutto questo? Ti rendi conto che quando tua madre lascerà il suo corpo tu potresti avere sessanta/settant’anni e che debba andarsene lei per poter risollevare te? Accade davvero, purtroppo.
Ci sono genitori che entrano in casa dei figli all’improvviso, senza avvisare, che scelgono il ramo universitario migliore per il figlio, senza lasciargli possibilità di scelta. Ci sono nonni che educano i nipoti come vogliono, in base ai loro demoni dell'età senile…
Perché permettere tutto questo (e altro)? E’ inutile continuare a parlare di loro, dell'altro. E' sterile. Non porta da nessuna parte.
Il punto è lavorare su quelle paure che spesso sono lì solo perché comuni e perché la società ci ha insegnato che dobbiamo avere per convenzione, ma in realtà potrebbero anche non esistere.
Ad esempio, cosa accadrà mai se non partecipi alla commedia di tuo cugino? Prova a pensarci bene, immaginando le conseguenze di questa tua scelta. Forse tua madre non ti parlerà per tre giorni? E mamma mia! Potrebbe essere anche un bene, no? In fondo, tu stesso ti lamenti sempre che parla troppo...
Osserva la tua situazione in modo oggettivo: tu hai cinquant’anni, tua madre settantacinque. Cosa potrà mai fare di così grave e abominevole se quel giorno fai ciò che desideri? Torturarti, ucciderti? Oppure toglierti l’eredità (eureka)? Tutto questo perché non hai guardato la shakespeariana prova teatrale dell’amatissimo cugino che neanche consideri durante il resto dell’anno. Ma dai! Lo vedi che è solo uno schema mentale, il tuo? Ovvio, ci sono casi più gravi e decisamente più ostici da risolvere, ci mancherebbe, ma almeno quelli minimi proviamo a districarli e a guardarli per quello che sono. O vogliamo fare gli schiavi a prescindere, sempre e comunque?
Sai qual è la cosa grave? Che spesso reagisci accontentando tua madre “per non sentire le sue noiose menate”. Questa è accidia. Ecco un altro caso nel quale manca totalmente quella passione che invece muoveva l’animo di Michelangelo. Sei statico, non ne hai voglia, non lotti per la tua vita, la tua libertà. Il confronto, il dibattito, ti porterebbero troppo impegno. La discussione ti causerebbe troppo timore. La litigata ti infliggerebbe troppo dolore. E allora scegli il nulla, così non ti porterà nulla…
Oscar Wilde diceva “Puoi dire di essere veramente libero il giorno in cui i tuoi ti inviteranno a cena e tu ti sentirai in diritto di rifiutare senza dover dare spiegazioni”. Questa è fantastica.
Tornando a noi, quello che non comprendi è che il manipolatore è tale proprio perché ha paura.
Paura della solitudine, paura (esagerata) di non essere amato! Manipola proprio per assicurarsi la vicinanza degli altri, per assicurarsi di tenerli legati a sé. I suoi sono investimenti a tutti gli effetti. E, vedendo che ci guadagna sempre, continua a farli.
Ci sono diversi tipi di manipolazione: quella più subdola o celata, che avviene attraverso il pianto, il cercare di fare compassione, il vittimismo… c’è quella più violenta, atta a intimidire attraverso l’autorità, l’aggressività… c’è quella del ricatto che può essere materiale, come nel caso del "Non ti tengo il bambino (così non puoi uscire)" o del "Non ti do quei soldi", oppure ancora emozionale, come l’offesa.
Tutti questi escamotages vengono messi in atto (e neanche chi li attua se ne rende conto) per trattenere e relegare le persone a sé, per far credere di conoscere sempre la soluzione migliore, di essere una buona ala protettiva o despoti ai quali non si può dire "No!"… Per far credere qualsiasi cosa, pur di garantirsi la vicinanza degli altri.
La vittima viene nutrita con: “Tu non vali niente, tu non puoi fare nulla senza di me, tu non sei degna, tu non vali abbastanza…” e la persona, inconsapevolmente, si impregna di questi valori che la governeranno rendendola schiava.
La verità è che tu non hai paura di tua madre: hai paura del suo giudizio. Temi di contrastare le sinapsi che si sono create nella tua mente.
Certo, tua madre, avendo un compagno o un marito (normalmente complice, perché anche lui teme la solitudine, e quindi è obbligato a sottostare al volere di tua madre e non può stare dalla tua parte) sa di avere sempre un fedelissimo accanto a sé, tu potresti non mancarle, qualora decidessi di rompere i rapporti per salvare la tua libertà, ma non importa… non devi agire per rivalsa. Non devi distaccarti da lei desiderando che patisca il restare sola. Questo è importante. Perché questa sarebbe un’azione demoniaca, da parte tua.
Dovresti "semplicemente" tagliare un ramo secco al fine di far fiorire il bellissimo albero che sei. Devi preoccuparti solo di questo. Questa è l’azione pulita del Monaco Guerriero.
Guerriero perché agisce, combatte per il suo onore, per il suo bene, per la sua libertà, dimostra coraggio, movimento, e cioè vita, anziché staticità, e cioè morte.
E Monaco perché tutte queste cose le fa nel bene, con amore, da sano, con lindore, gratitudine e saggezza. Ma le fa. Non resta inerme.
Rompere i rapporti con chi è insano è molto terapeutico per chiunque di noi. Ma se questa decisione non è accompagnata da un’osservazione profonda, meglio chiamata auto-osservazione, resta sterile e a sé. Non serve a nulla: non è andandotene facendo fagotto di tutte le tue emozioni e sensazioni che risolvi la situazione (perché te le porterai appresso ovunque tu andrai).
Ciò che devi fare è rispondere (coraggiosamente) a una domanda: cosa mi sta mostrando mia madre? Forse il suo bisogno spasmodico di avere sempre qualcuno legato a sé, seppur forzatamente...
Ebbene, il bisogno di tua madre è il tuo. Tua madre è uno specchio per te.
Sì, lo sappiamo, non è facile da accettare e l’Universo esagera sempre nel mostrarci ciò che abbiamo dentro; lo fa affinché tu possa vedere, altrimenti non avresti modo di prenderne coscienza e rimarresti a sopravvivere galleggiando in uno stagnetto come un’ameba… ma il messaggio - pur nell'esagerazione - resta intatto.
Risolvi questo messaggio dentro di te.
Impara ad essere forte, a non aver paura di restare solo, a non temere di non essere amato.
Impara a sentirti degno, a sentire che vali, che sei un Re nel tuo regno.
Impara a stare bene con te stesso, a elogiarti, a comprendere la differenza tra rispettare e accontentare.
Impara ad avere riverenza nei tuoi confronti, a rispettarti per la meravigliosa bellezza che sei.
Amati tu, e sarà allora che sarai ancor di più circondato da persone amorevoli che riempiranno la tua vita.
E sarà allora che tua madre - che tu ci creda o no - cambierà.
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