Cantare all’impasto – La Croce di Brigid
Nonna canta sempre, quando cucina. Sono cresciuta con lei, sarà per questo che amo cantare anche io quando ho le mani in pasta o quando mi appresto a dare sfogo alle mie doti culinarie. Eppure ho scoperto nel canto un magico alleato solo negli ultimi anni, riconoscendone il valore.
Il cibo che ingurgitiamo è composto certamente da una determinata percentuale di acqua, così come lo siamo noi e il pianeta che abitiamo. Ho già parlato altre volte del potere che le parole e il suono possono avere sull’acqua e sulla realtà (se sei digiuno/a dell’argomento, ti consiglio di leggere l'articolo “Fitoterapia energetica, memoria dell’acqua e pensiero positivo”) per cui non mi dilungherò ancora al riguardo, ma credo fermamente nella possibilità di “informare” le molecole della materia con intenti nuovi, nel mio caso di guarigione, benedizione e amore, caratteristiche che ben si sposano col periodo che stiamo attraversando, e cioè quello che i Celti definivano Imbolc, dedicato alla dea Brigid, conosciuta anche come Bride, Brigit, Bridie, Belisama… (puoi approfondire leggendo l'articolo “Mezzo Inverno, Imbolc o Candelora: feste di purificazione e rinascita“). Per questo, ogni volta che posso, in-canto il cibo che porto in tavola infondendo le energie che voglio attraversino il mio organismo e quello di chi mi sta accanto.

Fonte immagine: Pixabay
L’acqua è un elemento fondamentale per la vita sul nostro pianeta, ecco spiegato perché sono in molti, giustamente, a darle importanza nei loro riti e nei loro intenti, cosa che per altro era ampiamente conosciuta anche dai popoli antichi, che veneravano sorgenti, laghi e fiumi come portatori di profonda guarigione.
La dea Brigid, per altro, era connessa con questo elemento altamente curativo, oltre che col fuoco dell’ispirazione, della purificazione e dell’azione. A lei, che in epoca cristiana confluì in Santa Brigida, è associato un simbolo, la Croce di Brigid, che ormai per espansione di coscienza è divenuto potente, importante, e che reca con sé le caratteristiche più profonde della dea.
Nella tradizione irlandese e celtica, tale croce viene realizzata in giunco o in vimini intrecciati e si appende alla porta di casa con l’intento di proteggere e benedire non solo l’abitazione e chi vive sotto il suo tetto, ma anche tutti coloro che poseranno lo sguardo sul magico oggetto. Resterà lì per un anno intero, poi verrà bruciata per lasciare il posto alla nuova croce, realizzata in prossimità dell’Imbolc successivo.
