top of page
  • Immagine del redattoreMagMel

Donare i problemi

Non starò qui a dirvi di prendere il vostro problema e di affidarlo al cielo, all’Universo, a Dio (chiamatelo come volete) perché chiudereste immediatamente il blog e non andreste avanti nella lettura. Invece vorrei che leggeste. Vorrei davvero poteste concepire che, in un certo qual modo, questo si può fare, ma non voglio perdere credibilità e non vi suggerirò le stesse parole che molti altri vi offrono su un vassoio d’argento come a parlare dello scartare una caramella.


Perché non è così.

Innanzi tutto, se può interessarvi, io lo chiamo Dio e, come ho già molte volte ripetuto, non è un Dio cristiano, o ebreo, o islamico… Non è un vecchio con la barba bianca, non è una statua, non è un signore. E’ il Tutto. Proprio il Tutto. E, di questo Tutto, io ne faccio parte. Ne faccio parte io, ne fanno parte i miei problemi.


La parola “Tutto” indica di per sé un’unione e indica soprattutto un qualcosa di grande, di immenso, di molto più potente di qualsiasi singola cosa. Contiene e comprende l’intero Creato. Dalla più piccola cellula vivente alla più grande galassia. L’infinito. L’immensità.

Davanti a questo, il nostro problema, qualsiasi esso sia, appare microscopico. E lo è. Nonostante a noi possa sembrare gigantesco, straziante, deprimente al massimo, è soltanto un minuscolo puntolino all’interno dell’Universo. E ora, io penso che se questo Universo ha potuto creare quello che vedete nelle immagini di questo articolo, e forse lo ha fatto persino dal nulla, può trasformare davvero il nostro disagio in qualcosa di più sopportabile se non meraviglioso. Ma occorre darglielo. Occorre, con fiducia, metterlo nelle sue mani.


Starete sicuramente pensando che tutto quello che appartiene al Cosmo ha una sua fisicità come: gli alberi, i pianeti, gli animali,