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L’Equinozio d’Autunno e Mabon, feste di ringraziamento e del raccolto

L’afa estiva cede pian piano il passo alle giornate più fresche, e anche i pensieri si fanno più lucidi, calmi.

All’Equinozio, il giorno e la notte si equivalgono, ma se in Primavera il Sole vinceva sulla notte, ora è il buio a dominare. Inizia dunque la parte oscura dell’anno, quella in cui anche noi, come succede alla natura, sentiamo il bisogno di ritirarci in noi stessi, nel calore delle nostre case. Nei mesi che seguiranno avremo modo di riflettere, di mettere in discussione alcuni aspetti del nostro carattere e della nostra vita per poi rinascere e uscire dal guscio con la bella stagione. L’Equinozio autunnale segna l’inizio del viaggio nel sé profondo, è tempo di bilanci, di equilibrio e di raccolto.

Così come gli alberi lasciano cadere al suolo le foglie che non servono più, lasciamo andare anche noi tutto quello che non vogliamo portarci dietro nei mesi invernali di discesa agli inferi.

Con l’Autunno, Persefone abbandona la Terra e porta via con sé i colori, i frutti, i semi, per restituirceli in primavera più belli e più ricchi che mai. Facciamo un bilancio di quello che abbiamo ricevuto e raccolto quest’anno e portiamolo con noi nella grotta del letargo invernale, culliamo e custodiamo le cose belle che ci sono accadute, i traguardi che abbiamo raggiunto, cosicché nei mesi primaverili questi semi possano sbocciare come fiori e dare nuovi frutti.

Dobbiamo ricordarci, inoltre, che le foglie cadute dall’albero non sono morte invano: la pianta trasforma la morte in nuova vita e quelle foglie serviranno da concime, nutriranno le sue radici per rivivere nella linfa e nelle foglie che verranno. E’ un ciclo infinito di vita-morte-vita, meraviglioso e colmo di magia, carico di speranza, al quale dovremmo ispirarci e trarre insegnamento, portandolo nelle nostre esistenze.

Impariamo da questa ruota che gira che non tutto il male viene per nuocere e che possiamo trasformare anche noi, come gli alberi, ciò che di negativo ci è accaduto per far sì che costituisca il nutrimento per la nostra rinascita futura.

Presso i Celti questa era la festa dedicata a Mabon, il dio della vegetazione e dei raccolti e il suo nome significa “Grande Sole”. La leggenda vuole che all’età di soli tre anni fu rapito dal signore degli inferi per impedire alla sua luce di illuminare il mondo. Mabon non si diede per vinto e per tutto il tempo trascorso nel regno infero non fece altro che raccogliere tutte le sue forze, sia interiori che fisiche, perché sapeva che gli sarebbero servite una volta tornato sulla Terra per fecondarla e farla rinascere. Il mito di Mabon ricorda in tutto e per tutto quello greco di Demetra e sua figlia Persefone. Quest’ultima fu rapita da Ade, il dio degli Inferi, con grande dolore di Demetra. Addolorata per la perdita della figlia, Demetra si rifiutò di far fiorire e fruttificare la terra, finché Zeus non riuscì a convincere Ade a restituire Persefone alla madre. La giovane dea, tuttavia, aveva mangiato il melograno, frutto dell’altromondo, e per questo motivo sarebbe stata obbligata a trascorrere tre mesi all’anno con Ade.

Come insegnano questi miti e la loro simbologia, l’Equinozio d’Autunno e le feste a esso collegate rappresentano <