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In groppa al Solstizio d’Inverno – Un viaggio iniziatico alla scoperta di noi stessi

Aggiornamento: 4 nov 2022

Ogni anno, quando giunge questo periodo, l’umanità sale in groppa a un destriero pronto a traghettarla da un ciclo vecchio a uno nuovo. E ogni anno il viaggio che coinvolge tutti noi comincia dall’8 dicembre per concludersi il 6 gennaio, quando il cavallo s’arresta dopo aver esaurito il suo sacro compito.

Queste due date segnano l’inizio e la fine di un vero e proprio corridoio energetico, ricco di esperienze, ricorrenze e rituali che abbiamo dimenticato, ma che possiamo sempre recuperare per fare nostre le vibrazioni importanti del momento, attraversandolo con consapevolezza.

Fonte immagine: Pixabay

Senza saperlo, infatti, perdiamo molto lungo la strada, poiché siamo stati educati dalla nostra cultura e dalla società che questo mese, scandito da due feste a connotazione femminile (l’Immacolata Concezione e l’Epifania), sia da dedicare alle spese sfrenate e ai pranzi sfarzosi, ignorando ciò che di bello e importante accade dentro e intorno a noi.

Al di là del credo di ognuno, è possibile vivere questo periodo dell’anno con la sacralità che merita – e che meritiamo in quanto emanazioni divine noi stessi. Solo che non la conosciamo. E allora addentriamoci nella trasformazione alchemica che ci aspetta, proviamo a conoscerla, ad assaporarla e a farla nostra, poiché a lungo andare, se vissuta intenzionalmente, potrà fare davvero la differenza nelle nostre vite.


L’inizio del viaggio: l’Immacolata Concezione.


Come ogni iniziazione che si rispetti, il nostro viaggio eroico comincia con una purificazione. L’8 dicembre, giorno che in tutta l’antichità era preposto alla Madre Terra e alla sua integrità, ci racconta dell’unione tra l’energia maschile e quella femminile, tra quella celeste e quella terrestre. Due energie pure che entrano in contatto senza contaminarsi per dare vita a un essere nuovo. E dentro di noi, in questa data così sentita da tutta la cristianità, avviene questa stessa unione tra le nostre polarità opposte, questo concepimento: quello degli esseri che potremmo diventare, se ponessimo attenzione e ci abbandonassimo al particolare timbro energetico di questo momento.

Immacolata Concezione, Giambattista Tiepolo

Lungi dall’essere una festa riguardante la mera verginità per come la intendiamo oggi, l’Immacolata Concezione ci parla del seme divino che alberga in noi, puro, incontaminato, santo. Un seme che tutti possediamo: cristiani, pagani, buddhisti, islamici… l’Universo non fa differenza riguardo le etichette umane che poniamo su noi stessi, siamo tutti suoi figli, sue emanazioni. Quella scintilla, quel chicco di santità che abbiamo dentro, è integro e completo, proprio come lo furono Anna e Maria della tradizione cristiana, ma anche le antiche dee pagane, emanazioni della Grande Madre preistorica, e infatti è una giornata che incarna l’archetipo della Vergine, oltre a quello della Madre. E così dovremmo imparare a considerare noi stessi: integri, completi, accesi di quel fuoco sacro che è la Creazione. Questo era un giorno in cui l’antichità celebrava dee vergini dal grande potere e attuava rituali per purificare e benedire le acque e i fuochi. Quale invito migliore, dunque, per purificare e benedire le nostre acque interne, sia fisicamente che spiritualmente? Dopotutto è in quel nostro grembo che rinascerà il Sole Bambino, dunque questa ricorrenza ci ricorda l’importanza del ripulirsi da ciò che è vecchio e stantio, di prepararsi alla nascita che verrà, in vista della prossima soglia da attraversare…


La Soglia: il buio e la luce di Santa Lucia


Col sopraggiungere del 13 dicembre, ecco arrivare un’altra sacra ricorrenza che indossa vesti femminili. Si tratta di un giorno dalle valenze esoteriche ed energetiche ricche e importanti, un varco al di là del quale saremo catapultati definitivamente in una dimensione altra, dalla quale non si torna indietro. A Santa Lucia il buio regna sovrano e ci ricorda quanto lunghe possano essere le ombre che ci portiamo dentro. Ci consente di guardarle in faccia, di gustarle e sentirle stridere nelle orecchie… Eppure, in mezzo alla cupa oscurità di questo Inverno che sta per arrivare, la santa viene celebrata nella Luce, davanti alla fiamma baluginante delle candele.

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Illustrazione di John Bauer

Mancano 12 giorni al Natale. 12 come le notti che lo seguiranno e che hanno valenze simboliche degne d’essere esplorate. 12 come il numero assegnato al mese di dicembre e che rappresenta il compimento di un ciclo (Per saperne di più, leggi l’articolo “Dicembre“). Santa Lucia, dunque, è speculare all’Epifania: mentre quest’ultima rappresenta l’Anziana, coi suoi abiti logori e sfilacciati, la santa è giovane, regale con la sua testa cinta da una corona di bianche candele. Lei è l’archetipo della Madre, è colei che porta in grembo il Sole Bambino, lo nutre, lo attende. E se le 12 Notti Sante che seguono il Natale rappresentano la ricchezza e l’abbondanza dei doni, i 12 giorni che lo precedono sono invece discesa, introspezione, esplorazione dei regni interiori. Santa Lucia è la Portatrice di Luce nel buio, è colei che si appresta a scavare nelle tenebre, a sondarle, a considerare il suo ruolo di Madre e al potere che cova nel suo grembo. E’ perizia speleologica alla ricerca dei meandri inesplorati del nostro inconscio, per imparare a ri-conoscerlo. Una data, questa, che ci invita a prendere atto della responsabilità che ognuno di noi ha nel diventare re del proprio regno, genitore del proprio Sole Bambino. Ci esorta a illuminare le tenebre che ci portiamo dentro grazie alla luce divina di cui tutti siamo muniti.


La morte apparente: il Solstizio d’Inverno


Tra il 21 e il 22 dicembre nel nostro emisfero il Sole raggiunge la sua minima declinazione sull’orizzonte e qui parrà rimanere per i seguenti tre giorni. Tre giorni di morte con una precisa collocazione astrologica: la costellazione della Croce del Sud. Si tratta di una data che già nell’antichità era conosciuta come Porta degli Dèi, in contrapposizione alla Porta degli Uomini del Solstizio d’Estate.

Ireland’s shortest day of the year will not fall on December 21st this year. Photograph: John Lalor/NMS

L’alba del solstizio d’inverno a Newgrange, Irlanda. Copyright immagine di John Lalor/NMS

Queste due soglie rappresentavano le due estremità della Caverna Cosmica nella quale l’umanità entrava e usciva ciclicamente e simbolicamente. Col Solstizio Invernale, dunque, gli esseri umani emergono dall’antro che li ha visti discendere sempre più in profondità dentro se stessi, donando loro l’opportunità di rinascere come esseri divini, rinnovati, più consapevoli di se stessi e del loro potenziale (per approfondire le energie di questo giorno, puoi leggere l’articolo “Il Solstizio d’Inverno, Yule e Natale, feste del Sole“). Anche noi, come il nostro astro-padre, in questi tre giorni andiamo incontro a una stasi (solstizio deriva dal latino “sol stat“, ovvero “il sole si ferma”), una simbolica morte interiore. Si tratta di una soglia importante, di un momento cruciale che dovrebbe essere vissuto nel raccoglimento, come accadeva agli iniziati a cui si imponeva la morte apparente prima della grande iniziazione, provocata da sostanze psicotrope o da prove dure da affrontare e superare, come il restare per tre giorni all’interno di un sarcofago, al buio più completo, senza cibo né acqua. Il giorno del Solstizio d’Inverno era celebrato e assai sentito nell’antichità, che ha visto nascere le tradizioni più disparate al riguardo, come la battaglia tra il Re Quercia e il Re Agrifoglio presso i Celti, laddove era il primo a trionfare e a governare per i sei mesi successivi. La lotta tra polarità opposte si ritrova anche in Giano Bifronte, divinità posta a rappresentare la Porta degli Dèi e pronta a ricordarci che bene e male, passato e futuro, luce e buio non sono scissi, ma uniti e che in momenti di passaggio come quelli solstiziali coesistono, insieme alle infinite possibilità: siamo noi a scegliere chi essere, ci è stato dato il libero arbitrio per poter decidere se emergere dalla Caverna Cosmica rinnovati, divini, oppure se uscirne nella totale inconsapevolezza, perdendone il potenziale trasformativo.


Resurrezione dal regno infero: la rinascita del Natale


Tre giorni dopo il Solstizio d’Inverno, ecco il lieto evento: il Sole riprende la sua cavalcata verso Nord, annunciato dall’allineamento perfetto tra le tre stelle della Cintura di Orione – i Tre Re – e Sirio, avvenuto la sera del 24 dicembre (per approfondire, puoi leggere l’articolo “Il plenilunio del Lupo e la guida di Sirio“).

Questa alleanza stellare crea nel cielo l’immagine di una fittizia cometa, la cui testa, rappresentata da Sirio, indica il punto esatto nel quale il Sole sorgerà la mattina del 25. Poiché ciò che accade nel cosmo non è affatto scisso dall’essere umano, possiamo affermare che anche in noi risorga una luce rinnovata, il Sole Bambino che ognuno di noi si porta dentro e che ogni anno rigenera il nostro corpo a livello sottile, dando una nuova spinta alla scintilla divina che ci abita dentro. E’ una rinascita che si festeggia con tutti gli onori e che andrebbe vissuta con la consapevolezza di poter dedicare quella luce a un lavoro interiore importante lungo un anno. Una data, questa, che è da sempre associata alle divinità solari, sia maschili che femminili, e il Gesù cristiano non poteva fare eccezione, lui che è nato sulla soglia di una grotta – la Caverna Cosmica -, che è morto sulla croce – quella astronomica del Sud – e dopo tre giorni è resuscitato. Lui, che nell’iconografia è rappresentato con un’aureola solare a circondargli il capo, in cui è spesso iscritta una croce, quella della Ruota dell’Anno, delle Quattro Direzioni, del viaggio del Sole nel cielo. Quale che sia il credo di ognuno, il 25 dicembre è una data importante per celebrarsi: è rinascita, è partorire se stessi, è darsi alla luce come esseri divini e umani al contempo.


I tesori conquistati: le 12 Notti Sante e le Dame Solstiziali


Dal 25 dicembre al 6 gennaio si accede a un periodo importante, non più considerato dalla società in cui viviamo, ma conosciuto dai popoli antichi che in questi 12 giorni erano visitati dalle 12 Dame Solstiziali (per approfondire puoi leggere l’articolo “Le Tredici Notti“). Erano figure che propiziavano i raccolti, che elargivano doni all’umanità, Buone Dame pronte a essere generose con le donne e gli uomini fedeli alla tradizione.

Fonte immagine: Pixabay

Erano connesse alla filatura e alla tessitura e ogni notte controllavano che le case fossero pulite e in ordine. Sono dee che ci ricordano che possiamo tessere i fili del nostro destino e che dentro ognuno di noi, in questi giorni in cui il nostro Sole interiore è neonato, dovrebbero essere osservati la pulizia, l’ordine e il silenzio, poiché è solo così che potremo ricevere i doni che ci spettano: intuizioni significative per l’anno che verrà, utili a vivere al meglio il nuovo ciclo annuale che sta per iniziare. I loro doni giungono nottetempo non a caso: è nel buio che si celano i tesori più preziosi, è nelle tenebre più fitte che la luce può brillare con maggiore intensità. Sono giorni divini, dove le energie si rimescolano come in un grande calderone, brodo primordiale e caotico. Spetta a noi attraversarli con consapevolezza per ricevere i doni energetici e spirituali a noi destinati.

Conclusione del viaggio: l’Epifania

Le 12 Notte Sante culminano in quella dell’Epifania, la rivelazione, la piena manifestazione del divino nella materia. La figura associata a questa festività cristiana dal sapore pagano è la Befana, vestita di abiti consunti e rattoppati (per approfondire, leggi l’articolo “La Befana vien di notte…“). Lei rappresenta l’archetipo dell’Anziana, la Vecchia, colei che ha la piena conoscenza di se stessa dopo aver viaggiato tra i due cicli.

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Vola sulla scopa a simboleggiare la fecondazione e la fertilità della terra, nella quale è presente il seme della nuova stagione che sboccerà presto. A lei sono associati il fuoco dell’Araba Fenice che risorge dalle sue ceneri, il carbone come energia latente della Madre Terra, i doni energetici che elargisce bonaria, da brava Dama del Natale quale è. Con lei tutto è manifesto, dentro e fuori di noi. Col suo arrivo siamo pronti a donarci al mondo come esseri completamente rinnovati, consapevoli della maturità raggiunta. Il viaggio iniziatico giunge al termine con i doni più grandi che possiamo esserci meritati: l’oro, l’incenso e la mirra dei Magi insieme ai semi della Befana – che sanciscono l’iniziazione avvenuta per chi ha attraversato il periodo solstiziale con consapevolezza – oppure il nero carbone dell’occasione bruciata, di chi ha ancora bisogno di prove per riuscire a vedere il mondo con occhi nuovi. Nessun premio e nessun castigo: solo ciò di cui abbiamo bisogno per la nostra crescita spirituale e individuale.

Il viaggio iniziatico ed eroico a cavallo di due anni, di due giri intorno al Sole, si conclude così: con la promessa della Primavera (prima-vera-vita) nella quale potremo risplendere, portando nel mondo talenti e virtù così come fa la terra, che dona fiori virtuosi ai suoi figli. In qualsiasi cosa tu creda, prova a considerare, da quest’anno in poi, il viaggio divino che sei chiamato/a ad affrontare, sali su quel cavallo solstiziale che non vede l’ora di riportarti a te e lascia che ti guidi attraverso mondi vecchi e nuovi al contempo, ora che li hai decifrati. Abbandonati e guarda cosa accadrà da oggi e negli anni a venire.

Con Meraviglia, Libertà e Amore nel cuore.



Se ti interessa approfondire le energie del periodo, ti consigliamo di leggere anche questi articoli:


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