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I doni nascosti di Morozko, Nonno Gelo

Dicembre è il mese che più si sposa alle basse temperature, ai merli di gelo che adornano alberi, rocce e grondaie e alle spesse coperte di neve che si adagiano ovunque.

Questa atmosfera ovattata e tagliente, nei paesi slavi veniva attribuita a Morozko, Nonno Gelo, anche conosciuto come Ded Moroz. Questo demone del ghiaccio è una figura assai ambigua e ha subito diverse mutazioni nel corso del tempo, così come sono molteplici anche le storie che lo vedono protagonista.

Ded Moroz by baklaher on DeviantArt

Illustrazione di Baklaher (utente DeviantArt)


In principio era connesso con la morte, soprattutto quella sopravvenuta per congelamento, ed era una divinità che incuteva rispetto e timori, tanto da essere utilizzato come spauracchio per i bambini. Si raccontava loro che, se non avessero fatto i buoni, Karačun – questo il nome con cui era conosciuto in quanto divinità della morte – sarebbe potuto piombare nelle loro stanze di notte per congelarli e ucciderli. Per questo motivo, era di cattivo auspicio nominarlo, si credeva portasse sventura.

Ma, in fondo, non sorprende il carattere nefasto di Karačun – Morozko, se si considera che un tempo, soprattutto nelle terre slave da cui ha avuto origine, il freddo mieteva molte vittime e l’Inverno è da sempre una stagione associata alla morte e al riposo. Il nome Karačun è anche associato al Solstizio d’Inverno e alla festività pagana che nei paesi slavi (come altrove) si celebrava proprio il 21 dicembre.

gelo

Nonostante le sue peculiarità ben poco allegre, tuttavia, Morozko si trasformò con gli anni in quello che noi identificheremmo con Babbo Natale, diventando a tutti gli effetti un portatore di doni. Era un dio dal duplice aspetto, poiché era capace di grande crudeltà, ma anche di raffinata gentilezza.

Quest’ultima sua caratteristica è raccontata da un’antica fiaba russa che vede come protagonista una giovane fanciulla rimasta orfana di madre. Il padre si risposò con un’altra donna, che aveva avuto una figlia dal suo precedente matrimonio. Tanto la matrigna adorava la sua figlia naturale, quanto più odiava la figliastra, e così trovava ogni occasione per lamentarsi di lei e affibbiarle i compiti più scomodi e i lavori più duri. Sperava che, così facendo, la sua bellezza si sciupasse e il suo buon carattere si inasprisse, ma ciò non accadde e la donna si sentì costretta a trovare una soluzione per liberarsi di lei.

Un giorno, a inverno inoltrato, disse al marito che la fanciulla aveva ormai raggiunto l’età da marito e lo esortò a condurla nella foresta, cosicché potesse sposare Morozko: nessun altro uomo poteva rappresentare un partito migliore per lei, disse, visto che si diceva fosse affascinante e molto ricco. Ovviamente la matrigna sapeva bene che Morozko avrebbe ucciso la figliastra col suo tagliente alito di gelo, ma fu abbastanza convincente e il marito acconsentì, sebbene avesse la morte nel cuore per il destino che temeva sarebbe toccato all’amatissima figlia. Partì con lei su una slitta, la condusse nel bosco e la lasciò ai piedi di un abete.