L’Orso, guardiano della Caverna e liberatore degli istinti
L’Orso, insieme al Lupo, è l’animale che meglio incarna lo spirito della vita selvaggia e incontaminata e rappresenta un archetipo antico e assai potente, utilizzato in epoche passate come stemma di famiglie influenti, creduto mitico capostipite di diversi clan, e la sua pelle era spesso utilizzata nei riti sciamanici.
Questo animale, che racchiude sette specie di plantigradi, è associato al mondo dello spirito e in particolar modo alla caverna-anima, poiché da sempre abita anfratti bui, simboli del grembo materno.

I popoli antichi conoscevano e veneravano l’energia dell’Orso, che è sempre stato emblema di forza e protezione. Era sacro a Diana e ad Artemide, tanto che alcuni fanno risalire l’etimologia del nome di quest’ultima dea alla parola arktos, che significa ‘orso’.
La mitologia slava presenta una divinità simile alla dea greca della caccia e delle selve. A seconda della zone era conosciuta con nomi diversi: Devana o Zevana, ma anche Zhiva e Vesna. Ognuna di esse ha sfumature differenti, ma è interessante notare come a tutte fosse caro l’orso e che fossero connesse alla primavera, alla rinascita, alla fertilità del suolo e alla ciclicità della vita; ne regolavano le leggi assicurandosi che i cacciatori non prendessero più del dovuto.

Restando sempre in ambito slavo, la potenza associata all’orso si rifletteva anche in divinità maschili di cui divenne l’incarnazione: Veles il Creatore e Perun il dio supremo, eterni rivali. Per questa affascinante cultura, talvolta lo spirito stesso dei boschi, il Leshi, si presenta con le sembianze di questo plantigrado.
I lapponi, presso i quali pare originò lo sciamanesimo, rispettavano e temevano il grande spirito dell’orso. Si dice che questo animale sia stato creato dalla dea delle selve, Mielikki, del tutto simile a Diana e Artemide. Per dargli forma, utilizzò un frammento della luna mescolandolo con elementi naturali presi dai boschi a lei sacri e, una volta che lo ebbe plasmato, lo calò sulla terra. Il popolo lappone ha dunque grande rispetto per questo animale e, quando lo caccia, esegue dei veri e propri rituali che culminano in modo tale da permettere all’orso ucciso di ritornare a sua madre.
