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  • Immagine del redattoreMagMel

Il lavoro su di sé é scomodo!

Quando fai un lavoro su di te, rendi consci i tuoi meccanismi inconsci. Questo significa che per ogni cosa che farai, penserai, dirai… avrai sempre un Testimone interno attivo, una parte di te che osserverà con attenzione (e Amore) come conduci la tua vita.


Agire come d’abitudine, come la tua educazione ti detta, come il pensiero comune desidera, è relativamente semplice. Ma non lo è affatto mettersi in discussione costantemente, imparare a ponderare i propri comportamenti, strappare via strati e strati di maschere, riconoscere la propria personalità e decidere con un atto volitivo di spezzare uno schema vecchio di anni.



È questo che ti cambia. È questo che ti dà modo di scrivere un futuro diverso a partire dal presente (anche se il futuro non esiste, ma questa è un’altra storia). Per questo è chiamato “lavoro eroico”, non perché ci si atteggia a eroi ed eroine del nuovo millennio, ma perché si diventa eroi della propria storia individuale.


Fingiamo per un momento che, quando siamo in coda alla cassa, la nostra solita reazione sia quella di sbuffare e di far partire dentro di noi una lamentela infinita sulla cassiera che è troppo lenta, sulla gente che abbiamo davanti e che poteva starsene a casa per non creare la suddetta coda, sull’orologio che continua inesorabile a segnare tempo prezioso che scorre e che ci viene sottratto, sul fatto che siamo sempre in ritardo… Ogni volta che viviamo una coda, ecco presentarsi lo stesso schema, la stessa identica re-azione.



Se svolgiamo un lavoro interiore, impariamo pian piano a osservare ciò che accade DENTRO di noi quando nel nostro mondo si materializza la coda. E, a quel punto, anche la nostra azione si modifica. Con la Presenza della nostra Consapevolezza su ciò che viviamo internamente, ecco che, un bel giorno, ci accorgeremo di non avvertire più fastidio, ansia, frustrazione e non ci abbandoneremo più alla lamentela.


È così che agisce il lavoro su di sé. Per questo non è semplice. Disgrega schemi che reiteriamo da quando eravamo bambini, e quello della coda alla cassa è il più banale, ma vale la stessa cosa anche per cose ben più serie, come il rapporto con il partner o i genitori, con il denaro, con la salute e la malattia, con il lavoro… Nessun ambito viene risparmiato dal lavoro e dalla ricerca interiori.


È facile re-agire (agire sempre allo stesso modo, seguendo lo schema delle convinzioni, dei condizionamenti, delle abitudini). È semplice restare lì dove sei sempre stato, fare le stesse cose di sempre, dare risposte standard alle domande della gente. A essere difficile è il riuscire a guardarsi dentro, avere il coraggio di sostenere ciò che si vede emergere dal proprio inconscio. Il non darsi più scuse. La volontà di non sottostare più agli schemi mentali ed emotivi del passato. Questo è difficile. Guardarli in faccia non è bello: il più delle volte è doloroso.




A volte ci chiedete: “Perché bisogna per forza passare attraverso un calvario per trasmutare se stessi? Perché sembra sempre che abbiamo necessariamente bisogno della sofferenza per crescere interiormente e spiritualmente? Potremmo farlo anche nella gioia, no?”


E allora noi vi rispondiamo con un’altra domanda.


Immaginiamo che abbiate letto diversi libri (romanzi) nella vostra vita. Pensate bene alle storie e ai personaggi contenuti in essi. Senza le difficoltà che il protagonista ha dovuto affrontare, la sua storia sarebbe esistita? Il romanzo avrebbe avuto lo stesso senso?


Nessuno, qui, promuove dolore e sofferenza. Ci ha già pensato la cultura nella quale siamo cresciuti e non amiamo alimentarla. Tuttavia, le risposte possono giungere anche dalla Natura. Esisterebbe la Primavera, senza l’Inverno? E soprattutto, avrebbe lo stesso senso?


Mel&Meg


PS: insieme a questo articolo, ti consigliamo di vedere questo nostro video:



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