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L’Iperico o Scacciadiavoli

Se c’è una pianta selvatica che amo, quella è proprio l’Iperico. La vidi per la prima volta su un libro che parlava delle fate, da quel momento me ne innamorai e ovunque andassi la cercavo con gli occhi sperando di scorgerla, prima o poi. Anni e anni dopo, finalmente, ho incontrato questa pianta lungo i sentieri intorno a Triora ed è stato come tornare bambina. Dato che il Solstizio d’Estate si avvicina sempre più e che l’Iperico è legato a questo periodo dell’anno, ho pensato di farvi conoscere le innumerevoli proprietà di questa pianta.


iperico

Secondo la tradizione, l’Iperico si raccoglie a San Giovanni (24 giugno), giorno in cui le erbe sprigionano il loro più grande potere. I petali, strofinati tra le dita, le macchiano di rosso perché contengono un succo che per il suo colore viene detto “sangue di San Giovanni”. Anticamente, chi si trovava per la strada nella notte della vigilia di quel giorno sacro si proteggeva dalle streghe che si recavano a frotte verso il luogo del loro convegno annuale; si usava allora infilare l’Iperico sotto la camicia insieme con altre erbe, tra le quali l’Aglio, l’Artemisia la Ruta.

Ippocrate e Dioscoride sostenevano che il suo nome significasse “al di sopra”, ossia più forte delle apparizioni dell’oltretomba e del mondo infero. Per questo motivo era soprannominato anche scacciadiavoli. A lungo si è creduto che quest’erba potesse scacciare i demoni dal corpo degli indemoniati, e quindi è stata usata in molti cerimoniali di esorcismo. Molti contadini ne tenevano alcune piantine vicino alla casa, ne appendevano mazzi nelle stalle per scongiurare le fatture contro il bestiame e ne mettevano sotto al materassino della culla dei neonati per proteggerli dal malocchio. Molti ne appendevano dei rametti sulle pareti e le finestre di casa come amuleto protettivo e portafortuna. Il medico Durante, vissuto nel 1600, scriveva dell’Iperico: “Assicuravano essere tanto in odio ai diavoli che abbruciandone o facendone fomenti nelle case, essi subito se ne partivano.” Quest’erba, dunque, ha il potere di far fuggire non solamente le entità negative, ma anche gli incubi e gli spettri. Il motivo forse sta nell’odore molto simile a quello dell’incenso che questo fiore sprigiona quando viene bruciato.

Se portato addosso allontana le influenze negative, se piantato davanti a casa protegge da tutti coloro che ci vogliono male, dall’invidia e dal malocchio. Guariva i morsi dei serpenti, ma figurava anche fra i rimedi consigliati contro gli attacchi di epilessia e le bruciature.

Messo in un vaso e appeso vicino alla finestra l’Iperico protegge la casa dai fulmini, dal fuoco e dagli spiriti del male. Questa credenza deriva dal fatto che coloro che nell’antichità danzavano intorno al fuoco la notte di San Giovanni si cingevano il capo con corone di Iperico. Una volta spenti i fuochi, le gettavano sui tetti delle case per preservarle dal fulmine.


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A uso esterno, i fiori macerati in olio di oliva costituiscono un efficace unguento per le scottature, le contusioni, le distorsioni, la gotta, le piaghe, i reumatismi e le ferite. Si utilizza confezionando delle garze imbevute di olio che vengono poste sulle parti malate, fasciate e lasciate agire per qualche giorno.



Fonti:

  1. Enciclopedia delle Piante Magiche, Scott Cunnigham

  2. Nuova enciclopedia delle erbe. Riconoscimento e uso medicinale, alimentare, aromatico, cosmetico. Edizioni Del Baldo.

  3. Florario. Miti, leggende e simboli di fiori e piante. Alfredo Cattabiani.

Fonti immagini: le immagini sono state tratte dal web. Gli autori ne detengono i diritti.


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