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La concretezza dello Spirito

Aggiornamento: 10 ott 2022

Insegnare non è riempire un secchio, ma accendere una fiamma (William Butler Yeats).

Noi amiamo molto la conoscenza. Tuttavia, crediamo anche che non serva a nulla sapere per filo e per segno quali proprietà abbia un simbolo o quali siano gli influssi lunari del giorno, se poi, quando vai a fare la spesa e incontri una moto che ti taglia la strada mentre sei in macchina, un tizio che ti passa davanti alla cassa e una commessa sgarbata, t’inca**i col mondo rovinandoti il resto della giornata.


L’Alchimia deve essere radicata nella realtà quotidiana, altrimenti non serve a nulla. È una disciplina che insegna a togliere, anziché a riempire un secchio già saturo di stimoli e informazioni.

Spazza via i costrutti mentali, disgrega tutto ciò che pensiamo di sapere su di noi e sul mondo, frantuma le maschere che indossiamo ogni giorno e persino davanti a noi stessi.



Foto di Sam Williams da Pixabay

La sua forza sta proprio nel dare strumenti tangibili, non consentendo più di scappare. Perché non devi evadere dalla realtà, ma da te stesso/a, da quello che hai sempre creduto di essere e che invece non sei. Per questo le sue pratiche sono interiori e mirate a conoscere profondamente chi siamo.


E il punto è proprio questo: l'umanità di oggi ha un grande bisogno di evasione. Perché la realtà è stretta, soffocante, spesso delirante e inaccettabile. Ha ritmi e regole aberranti, che non sappiamo più come sostenere. E allora, per sopravvivere, una scappatoia la si deve trovare... giusto per tirare un sospiro di sollievo ogni tanto e "ricaricarsi", per poi affondare nuovamente nel fango. E via che il ciclo ricomincia. Per alcuni è la spiritualità, per altri lo sport, per altri ancora il disegno, l'alcool, la droga. Ma pur sempre di evasione si parla.


Foto di M P da Pixabay

Oggigiorno, in risposta all'oppressione schiacciante del mondo, la spiritualità inizia a essere praticata sempre da più persone.

Le pratiche spirituali come la meditazione, i mantra, il lavoro sui chakra, la suono-terapia, ecc. sono porte d'accesso a un mondo che fino a poco prima era rimasto sconosciuto e, perciò, è allettante e attraente.

Ci si entra e si rimane ammaliati/e dall'energia che vi si sperimenta. Ma, a meno che non si venga seguiti assiduamente da veri Maestri dell'Arte e a meno che non vi sia un lavoro interiore importante in parallelo, le pratiche da sole non ti cambiano la vita.

Quando sarai fermo al semaforo imprecherai sempre per la fretta che hai.

Quando andrai in posta e troverà la coda, il fuoco della tua frustrazione sarà sempre lo stesso, immutato.

Continuerai a puntare il dito su politici, religione e società, allo stesso modo di prima.

Anche le situazioni della tua vita si ripeteranno sempre uguali: tradimenti, delusioni, crisi, invidie, malumori...

Avrai sempre quella inspiegabile sensazione di vuoto in sottofondo, anche se forse faticherai ad avvertirla.

La stessa cosa accade se si seguono seminari spirituali senza mai scendere nella pratica vera del lavoro su di sé, che è quella che tempra, che trasmuta te stesso e, di conseguenza, anche la vita intorno a te.


Sembrerebbe un controsenso, ma anche nella cosiddetta "spiritualità" bisogna essere concreti, perché viviamo in un mondo concreto e con questo dobbiamo interfacciarci ogni giorno.

Non serve a nulla fare mille corsi spirituali, rifugiarsi in tecniche energetiche e meditare tre ore al giorno, se poi non si riescono ad ascoltare nel profondo i propri corpi (fisico, emotivo e mentale).

E parliamo senza disprezzo alcuno verso queste pratiche, che reputiamo comunque preziose.


Foto di Gerhard da Pixabay

Se non conosci te stesso, come puoi pretendere di voler conoscere il mondo e l'Universo, di voler canalizzare, di divenire terapeuta?

Allora, anziché volerti accaparrare ogni corso di spiritualità in circolazione, impara a guardare all’essenziale: TU. Tu coi tuoi problemi e i tuoi guai.

Tu con la tua quotidianità, coi tuoi dubbi, il tuo passato, il tuo presente, le tue ossessioni, i tuoi vizi, le tue ferite, i tuoi fallimenti. Potremmo andare avanti con l'elenco per ore.

Questo è l’unico “corso” che dovresti cercare prima di ogni altro, l’unico che possa darti davvero quello che stai cercando da una vita intera (se non di più) e che forse non hai ancora osato prendere in considerazione.

"A me non interessa se uno va sulla luna e poi non sa riconoscere neanche le erbe che crescono sotto il suo piede." diceva Libereso Guglielmi, giardiniere di Italo Calvino. E crediamo che, pur nella semplicità del suo pensiero, avesse ragione.


Qualunque via verso lo Spirito tu scelga - o abbia scelto - prova a chiederti: riesco a portarla nella mia quotidiana realtà? O ne è solo una parentesi?

La posso praticare anche sotto la doccia, mentre lavo i piatti la sera dopo una giornata sfiancante, quando sono a lavoro e sotto pressione, ogni volta che prendo l'autobus, mentre parlo con i suoceri, quando ricevo un torto da qualcuno a cui tengo, persino mentre faccio l'amore?


Foto di efes da Pixabay

Ecco. Per noi questo è importante.


Per noi lo Spirito è il nostro respiro, è il fuoco che anima ogni nostro passo.

E' nella moto che ci taglia la strada così come nel bambino sconosciuto che ci sorride mentre camminiamo.

E' nel silenzio come nel fragore.

E' nelle più piccole e quotidiane pieghe della realtà, e non (solo) nelle visioni che si ricevono in meditazione o nel sollievo temporaneo che dona un canto-medicina.

Quello di cui parliamo e che pratichiamo è invece qualcosa di duraturo, una fiamma imperitura che si ottiene col tempo e con la disciplina.


Ciò di cui parliamo è un nutrimento interiore che non si spegne mai. E' come una nuova spina dorsale, capace di sostenere ogni passo, ogni respiro... E non sono metafore né poetiche parole, è davvero così. Ma forse solo chi l'ha provato davvero può comprenderlo fin nel profondo.


Foto di Tanuj Handa da Pixabay

Spesso si finisce per sentirsi piegati.

E siamo piegati, sì.

Dai nostri stessi pensieri, dagli eventi, dai limiti auto imposti, dalle scadenze, dalle convinzioni... Ed è doloroso.

Perché ci imprigioniamo costantemente nelle stanze della mente senza mai considerare che, in verità, potremmo essere liberi.

Ecco qui l'importanza del lavoro su di sé, che va a scardinare tutto questo e a costruire in contemporanea quella "spina dorsale" e la fiamma imperitura di cui sopra.


Per concludere, non importa quale strada tu percorra per giungere a Dio (il tuo divino interiore).

Ma qualunque essa sia, per non sentirti e non essere più piegato/a, dovrebbe darti gli strumenti concreti utili a sostenerti sempre e in totale autonomia.

Lo Spirito non crea adepti né schiavi.

Crea individui liberi, in grado di camminare con le proprie gambe nella rettitudine, in piena centratura.

In ogni situazione.

Col bello e col cattivo tempo.



Post fata resurgo.




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