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Le frasi che nuocciono al corpo

Aggiornamento: 14 nov 2023

Il linguaggio e la comunicazione occupano un posto davvero importante nella nostra vita, ci accompagnano nella stragrande maggioranza dei contesti che viviamo ogni giorno.

Va da sé che osservare il nostro modo di parlare è una delle azioni più significative che possiamo compiere per aumentare la consapevolezza di noi stessi.



Ciò che diciamo ha una peso nel campo elettromagnetico e alcune cose, se dette di continuo, con tanto di emozione che le accompagna, possono verificarsi.

Per aiutarci a portare consapevolezza sul nostro modo di parlare, elenchiamo di seguito una serie di frasi o modi di dire che possono nuocere alla nostra condizione psicofisica.

Abbiamo conosciuto due donne con il vizio di dire "Mi sono rotta i co***oni!". Entrambe hanno avuto problemi alle ovaie; parliamo di emorragie, quindi di "rotture". Molto meglio esclamare "Che pizza!": al massimo puoi ritrovarti con un pizzaiolo alla porta!

Nel dire "Questa cosa proprio non la mando giù!" é probabile che si verifichino problemi allo stomaco e alla digestione, o una sensazione come di soffocamento. Molto meglio dire "Questa cosa mi dà fastidio, ma lascio che fluisca"; in questo modo proteggi il tuo apparato digerente.



"Quella cosa mi brucia ancora" è indice di una rabbia trattenuta. Pronunciarlo spesso porta a infiammazioni o irritazioni di varia natura. Si potrebbero presentare bruciori di stomaco, o addirittura ustioni dovute a piccoli incidenti. Meglio dire "Faccio fatica a lasciar andare".

Quando si pronuncia "La vita fa schifo" ci si connette all'apparato respiratorio. I malesseri possono essere diversi: bronchiti, polmoniti, sinusiti, problemi alle adenoidi, alla gola e alle orecchie. Meglio dire "Devo concentrarmi su quello che di bello c'è in questa vita, devo trovarlo!".

"Ho il morale sotto le scarpe" induce uno stato depressivo generico. Si fatica ad andare avanti, ci si sente pesanti, si possono avere gonfiori o edemi alle gambe e si rischia anche di inciampare facilmente, perché equivale a dire "Mi sento giù". E' più sano esclamare "Domani andrà meglio, intanto vado avanti".



"Mi faccio sempre un fegato così!": in questo caso fegato o cistifellea possono presentare problemi, ma questa ghiandola si occupa anche del metabolismo e espelle le sostanze tossiche dal sangue. I disturbi che la colpiscono possono portare malessere a tutto il nostro corpo. Meglio dire "Nonostante la rabbia, provo a imparare a non prendermela".

"Mi scoppia la testa" può portare a emicranie o a malesseri più gravi. Porta anche caos mentale, stress, oppressione, affaticamento e assorbe la maggior parte della nostra energia. Molto meglio un "Ordino ai miei pensieri di andarsene!"



"Non ce la faccio più" implica l'essere a pezzi. Si può divenire vittime di qualsiasi tipo di disturbo/danno osseo, muscolare, circolatorio o psichico, nutrendo un senso di debolezza e oppressione continui. Tutto il corpo è intaccato da questa energia e ci si può ritrovare a piangere spesso, senza motivo. Meglio "Devo concedermi riposo".



"Che vita vuota!". La mancanza di stimoli e desideri e il percepire inutile la vita può portare problemi al pancreas e/o alla glicemia. In questo caso parliamo di zuccheri, quindi di dolcezza, amorevolezza, ambizioni, sogni, passioni... Prova a dirti: "Non succede nulla di entusiasmante, ma so che la vita non è vuota".

"Mi faccio il sangue marcio": il sangue, che rappresenta la vita e la gioia, è il tessuto connettivo che nutre tutto il nostro corpo, e se é pieno di tossine può deteriorarci. È collegato al cuore, sede della passione, organo propulsore che ritma la danza della vita. Meglio dire "Sono arrabbiato/a ma non nutro rancore".

"Non so più da che parte girarmi" indica un blocco che può manifestarsi sul piano emotivo o fisico, sia nell'apparato respiratorio che in quello digerente, ma anche nella pesantezza alle gambe e in dolori cervicali. Prova con "Anche se lentamente, troverò una soluzione".



Vero è che è sempre l'emozione a comandare, e nessuno vieta di fare una battuta, di tanto in tanto, utilizzando termini all'apparenza distruttivi, ma la Mente è davvero potente.

All'interno dei suoi meandri ci sono stanze a noi del tutto sconosciute, per questo occorre evitare di nutrirle per non farle crescere.

Potremmo andare avanti all’infinito, ma questi esempi possono già essere sufficienti per aiutarci a riflettere sulle parole che escono dalla nostra bocca nel quotidiano.

Ognuno di noi ha il proprio gergo personale, ogni personalità sceglie accuratamente - o meno - le parole che vuole utilizzare per interfacciarsi con il mondo circostante.

Per la nostra salute serve riconoscere il danno che possono causare quelli che sono per noi dei modi di dire. Non si tratta né di censurarci, né di ridurre il nostro vocabolario personale: il lavoro da fare è, come sempre, porre la nostra attenzione su ciò che diciamo e, perché no, anche su ciò che dicono gli altri! Spesso ci accorgiamo che l’altro può farci da specchio su un comportamento che assumiamo anche noi. Come sempre, osservarci, in questo caso ascoltarci, è la prima cosa da fare: questa “semplice” azione ci porterà inevitabilmente a diminuire sempre più gli automatismi, ci porterà ad uno stato di vigilanza e di presenza nei più disparati contesti quotidiani.


Questo è sicuramente il lavoro più importante che possiamo fare.

Una volta notati i modi di dire e le parole che utilizziamo più spesso, è utile provare a correggerli per evitare a queste memorie di materializzarsi e per essere presenti a se stessi, anziché restare nella meccanicità.

Gli esempi di questo articolo riguardano la salute del corpo, ma il concetto è lo stesso in ogni ambito della nostra vita. Una volta portata l’attenzione sulle parole e sulle frasi che pronunciamo più spesso, correggiamo, quindi, ciò che potrebbe diventare deleterio per noi.

Anche se non esprimi esattamente le frasi che abbiamo riportato qui, prova a ragionare sul loro senso.



Possiamo aggiungere che quando inizierai a cambiare il tuo modo di parlare, cambierai inevitabilmente anche tu. Se le frasi espresse prima erano impregnate di rabbia, fastidio, tristezza, noterai che, nel tempo, queste emozioni saranno più labili e forse ti accorgerai di non aver più bisogno nemmeno di avere un’alternativa “più sana” da pronunciare.

La lamentela, lo sfogo, non saranno più necessari, perché il tuo stato di attenzione sarà tale che prima di proferire parola, ti accorgerai di ciò che si sta muovendo dentro di te e ti occuperai prima di tutto di quell’emozione.

Ti accorgerai che il silenzio è sacro e prezioso e che le parole vanno scelte con la stessa cura e amorevolezza che utilizzi quando scrivi una lettera a un caro amico che non vedi da tempo.

Noterai il cambiamento in te così come noterai il cambiamento intorno a te: probabilmente inizierai a sentir pronunciare sempre meno frasi deleterie anche da chi ti circonda e quando invece ti capiterà, la tua reazione non sarà più quella di far da eco, ma potrai dare un contributo più equilibrato, più sano, più consapevole.

Inevitabilmente aiuterai anche gli altri a portare consapevolezza sul loro modo di parlare e contribuirai a creare un bellissimo circolo virtuoso che si espanderà e porterà sempre più benessere e armonia a tutti.



Tutte le immagini sono prese da Pixabay ad uso gratuito monoar_CGI_artist - wilhei - geralt - publicdomainpictures - stocksnap - 99pixel

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