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Non ho una Laurea e (non) valgo molto

Oggi vi racconto una storia, la mia. Lo faccio perché credo ce ne sia bisogno e che la mia esperienza possa essere utile ad altri.

Una decina di anni fa avevo aspirazioni grandiose per me (o almeno così le vedevo allora). Mi ero iscritta all’Accademia di Belle Arti, mi sarei laureata e poi avrei fatto finalmente il lavoro per cui pensavo di essere nata. Avrei avuto una casa mia, una vita mia, sarei stata felice.

Eppure i piani che l’Universo e la mia Anima avevano per me erano altri, e così il bell’arazzo che avevo immaginato iniziò a sfumare. Un pezzo alla volta, si disintegrò, lasciandomi col vuoto fra le mani.

certezze che si sgretolano

Non sto qui a riportare tutte le difficoltà che incontrai nel mio percorso di studi, perché non servono ai fini di questo articolo, ma sappiate che furono molte, una dietro l’altra. Giunsi in breve tempo a sentire che la strada che avevo scelto non fosse quella giusta, così all’ultimo decisi per un drastico cambio di rotta. Abbandonai l’Accademia dopo aver dato l’ultimo esame che mi mancava prima della discussione della tesi. Per alcuni fu follia, per altri coraggio, ma non è questo l’importante. All’epoca per me fu una crisi esistenziale di portata epocale che mi sarei trascinata dietro per diversi anni e che oggi ringrazio come la mia migliore amica. Fatto sta che non mi laureai e questo mi fece sentire una persona di scarso valore in ogni ambito della mia vita. Non ero nessuno perché non c’era nessun foglio a definirmi, a darmi un’identità, a dire che io valevo qualcosa. O almeno, questo era quello che pensavo.

Negli anni a venire questa convinzione si cristallizzò in me e mi trasformai nel fantasma di me stessa. Non potevo avere voce in capitolo su alcuna questione, perché non ero nessuno, ero un fallimento totale. Vivevo costantemente paragonando le mie sconfitte alle smaglianti vittorie di altri e non facevo che correre come una forsennata alla ricerca di qualcosa che mi desse la possibilità di riscattarmi almeno un po’, di riacquistare luce e valore agli occhi altrui, ma la verità era che avevo bisogno di trovare quella luce e quel valore dentro di me, non all’esterno. Solo che ancora non lo sapevo.

angoscia fallimento

Nonostante tutti i miei studi e le mie conoscenze, non mi sentivo in diritto di parlare, di di creare una professione che fosse mia, di entrare in qualsiasi discorso in cui un laureato avrebbe potuto darsi un tono, facendomi sentire ancora più inutile.

Sono trascorsi anni da allora, anni in cui ho imparato a lavorare sodo su di me e a vedere il mondo secondo altri paradigmi. Non condanno niente di quel periodo, tornassi indietro ripeterei ogni tappa, perché mi è servita a trasformarmi in ciò che sono oggi: un individuo consapevole della propria Luce interiore e intenzionata a farla brillare e donarla al prossimo, nonostante le pareti di casa mia non siano affollate di attestati e certificati impreziositi da belle cornici. E trovo ci sia molto da riscoprire in questo concetto.

Siamo così abituati a racchiuderci in definizioni, a guardare all’autorità altrui come fosse una caratteristica divina imprescindibile che non ci accorgiamo di quanto questi meccanismi siano per noi deleteri. Ci sono non laureati che hanno una ricchezza interiore e un’apertura mentale che una laurea non gli avrebbe mai dato. Ci sono persone che proprio per non aver frequentato le “scuole alte” hanno avuto modo di sperimentare la vita in modo differente, assaporarla senza dogmi e preconcetti, perché diciamolo: l’istituzione scuola dei giorni nostri non solo fa acqua in più punti, ma ha un rigore e una rigidità tali da impedire alla sacra creatività di manifestarsi negli individui. Oggi l’educazione è divenuta qualcosa di molto simile alla prigionia, poiché è superata, obsoleta e molto del sistema scolastico andrebbe rivisto e modificato a partire dalle sue radici. La libera espressione delle facoltà di un individuo e le naturali inclinazioni dell’allievo dovrebbero sempre essere prese in considerazione dall’educazione, che non può essere uguale per tutti, indistintamente. Ogni essere umano costituisce un universo a sé, cosa che l’educazione moderna non contempla, poiché il fine ultimo è quello di incasellarci, rendendoci apparentemente tutti uguali, ma profondamente frustrati e pieni di conflitti e traumi interiori.

educazione scuole

Con questo non voglio sminuire i titoli di studio di nessuno, sia chiaro, ché se non ci fossero specialisti in medicina o in architettura (per fare un esempio), molto verrebbe a mancare nella nostra società e nel benessere umano. Conosco tante gente che non ha una laurea eppure il suo sapere ha un valore inestimabile, perché fa esperienza della vita con una saggezza che sarebbe molto utile da divulgare. Arricchirebbe e migliorerebbe le esistenze di molti, eppure molti di loro, come ho fatto io per lungo tempo, non osano diffonderla perché sentono di non averne il diritto.

Trovo che sia giunto il momento di iniziare a disgregare questo dannoso schema mentale collettivo. Abbiamo bisogno di un mondo che smetta di aspirare alla staticità e alla calcificazione delle vecchie idee a favore dell’apertura di cuore e di mente che in molti possono offrire in base al loro individuale sentire. Cambiare prospettiva e vedere le cose in modo differente da quello che il Sistema ci insegna dovrebbe rappresentare per tutti una ricchezza, una fonte di confronto costruttivo e di scambio culturale. Invece ci sentiamo inferiori, alla stregua di scarti umani indegni di qualsiasi considerazione.

Sembra che oggi, se non hai una laurea, devi tacere. Non importa se quello che hai scoperto o se il tuo modo di vivere potrebbe rivoluzionare il mondo. Devi tacere lo stesso, perché non sei nessuno. Eppure anche il celebre Einstein non era nessuno prima di formulare le sue rivoluzionarie teorie, ma ce lo siamo dimenticato.

stai zitto

Nel 1998, Giuliano Preparata, docente di Fisica all’Università Statale di Milano, parlava così a Report.

⚗️La Scienza è una vocazione, non è carriera, diceva. Il vero scienziato è curioso e aperto nei confronti delle ipotesi, delle domande e delle teorie proposte da chi non è interno all’ambiente scientifico.

⚗️La vera Scienza non si chiude in se stessa, non dà assolutismi, non promulga dogmi fissi e immutabili nel tempo.

⚗️Se giungessero un Einstein o un Pitagora a bussare alla comunità scientifica odierna con in mano le loro teorie, nessuno li considererebbe.

Questo si diceva nel 1998. In un programma Rai. Mi chiedo se oggi, nel 2020, un tale intervento sarebbe accettato e mandato in onda senza censure. Di seguito trovate il video, nel caso in cui foste interessati a vederlo e ad ascoltarlo.


E’ un discorso ben più profondo di quanto potrebbe sembrare e che tocca molti più ambiti di quello accademico e/o scientifico. Per fare un esempio terra-terra, vale anche per il nostro strettissimo sistema di credenze personali. Basta che arrivi uno da fuori a dire: “Oh, guarda che forse non è come la vedi tu, prova a guardare le cose da quest’altra prospettiva”, che subito ci si inalbera. E allora inizia tutta una sfilza di: “che diritto hai, tu, di dirmi che le cose non stanno come dico io? Che titolo possiedi, tu? Non sai quante lauree ho io! Non parlare di quello che non sai!”. E’ vero o no? Quando invece a volte basterebbe smettere di indossare la maschera corrosiva dell’orgoglio e dell’arroganza e restare in quello stato salutare di curiosità permanente in cui vivono i bambini, quella vivacità di spirito che non vede solo bianco o nero, ma può mettersi nelle condizioni di percepire, cogliere e fare proprie anche tutte le sfumature che ci sono nel mezzo. Senza contare che, come al solito, se non ci fosse qualcuno (o qualcosa) a dirci che le cose possono essere fatte/sentite/vissute in modo diverso non ci sarebbe mai evoluzione in nessun ambito, ma solo la staticità della morte.

creatività

Immaginate se i nostri antenati preistorici avessero rifiutato l’uso del fuoco o le tecniche agricole per orgoglio, “perché si è sempre fatto così”. Dove saremmo, oggi? Ci saremmo? (Ah, per inciso: non vale dire “sarebbe stato meglio, perché l’uomo moderno è la rovina di tutto”… 😏 )

Per portare un altro esempio, la celebre scrittrice di libri di self-help Louise Hay, che ha fatto tanto bene a una buona fetta di umanità e che continua a farlo nonostante abbia ormai lasciato il suo involucro mortale, non aveva nessun “alto” titolo di studio. La sua scienza era il suo personale sentire, dal quale si lasciava guidare con amore infinito e con altrettanto amore lo divulgava senza presunzione. Chi sentiva risuonare in sé le sue parole, provava a metterle in pratica. Diversi hanno cambiato radicalmente la loro vita “solo” per aver ascoltato i consigli di Louise. E non era una psicologa, una psicoterapeuta, un’analista, una psichiatra, una neuroscienziata. Era un individuo che nella sua vita aveva sperimentato tanta sofferenza da accendere in lei una scintilla che altrimenti, forse, non sarebbe mai scattata. Quella scintilla la condusse a fare esperienza delle cose da prospettive inaspettate. E quel suo cambiamento di visuale, infine, ha cambiato l’esistenza di tante persone.

Questa è un’era che, a dirla tutta, avrebbe tanto bisogno dei semplici, di uomini e donne che smettano di salire su piedistalli fragili e instabili e che si mettano invece al servizio della comunità, che, a prescindere dal titolo di studio, dedichino i loro talenti migliori a vicini di casa, a fratelli e sorelle, a figli, genitori e amici. C’è bisogno di gente che con umiltà dia punti di vista differenti senza salire su nessuna cattedra, individui che si dimostrino di ampie vedute e che parlino il linguaggio semplice della vita stessa, ché la vita non è complicata come ci hanno fatto credere che sia. E’ necessario che si ritrovi l’importanza di un insegnamento gomito a gomito, come avveniva nelle antiche botteghe artigiane, e non solo per quanto riguarda la scuola, ma soprattutto per tutte quelle discipline che sono ancora a portata di pochi a discapito di molti. Per fiorire, l’umanità necessita di imparare e trarre ispirazione dai talenti e dall’esempio altrui, di ritrovarsi in cerchio per condividere saggezza e conoscenze, ognuno come pari di tutti gli altri, a prescindere dal titolo di studi o dallo status sociale. Abbiamo bisogno di più semplicità e di toni meno altisonanti, perché il linguaggio semplice della quotidianità è più efficace e ben lontano da quello cattedratico.

cambia te stesso

In conclusione, credo che il mondo si cambi una persona alla volta (cit. Alfredo Jaar) e allora, come ho sempre affermato in questo mio blog, I started with the man in the mirror, come cantava Michael Jackson: comincio a cambiarlo da me, dalla donna che vedo riflessa nello specchio ogni mattina, impegnandomi a essere voce fuori dal coro quando sarà necessario, a non farmi mai più condizionare da schemi collettivi che non sento giusti per me e a donare ciò che sono e che ho imparato all’umanità, con l’auspicio di essere d’esempio. Comincio dal punto di partenza, ma con rinnovamento: non ho una laurea… e valgo, sì. Valgo perché il mio sentire è sacro e non può essere contestabile, è mio e mio soltanto. Valgo perché sono sacra io stessa, proprio come tutti gli altri esseri, né meno né più.

E così come valgo io, vali anche tu.


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