Orecchio – campanello d’allarme del Rene. Un piccolo corpo umano in miniatura.
Aggiornamento: 18 ago 2022
L’Orecchio è il nostro organo uditivo. Rileva le onde sonore ed è formato da tre parti, quella esterna, quella media e quella interna.
Secondo alcune filosofie orientali esso è, per ognuno di noi, grande quanto un nostro rene e chi ha problemi all’udito o parla a voce molto alta, potrebbe avere i reni sovraccarichi o stanchi. Infatti i reni, sempre per gli orientali, sono la sede delle nostre paure e della nostra vitalità. Un’Orecchio che prude, o fa male, ci sta praticamente dicendo che i nostri reni stanno chiedendo un po’ di pulizia e non solo attraverso un’alimentazione più corretta ma anche dal punto di vista del nostro – affrontare la vita -. Trovo questo discorso particolarmente affascinante per cui lo riprenderò sicuramente in futuro.
Oggi però vorrei presentarvi una pratica che, se eseguita da persone esperte e serie, mette in relazione questi diversi settori che, alla fine, tanto diversi non sono. Tra le varie filosofie alternative ma soprattutto tra le varie riflessologie che si conoscono, in quanto non esiste solo quella plantare, c’è l’Auricoloterapia. Forse tra le meno note.
Già da come si può osservare nelle immagini, si può chiaramente vedere come la forma del nostro padiglione auricolare, assomiglia tantissimo alla forma di un feto completamente formato, un piccolo essere umano ancora all’interno del grembo materno.

In tutto se stesso. Comprendendo tutto il suo corpo che, raggomitolato su se stesso, assume la forma appunto di una nostra orecchia. Una bella coincidenza per chi crede alle coincidenze! Ma allora, tutto questo conterà qualcosa? Per alcuni esperti in questa medicina considerata non convenzionale, sembra proprio di si. Essi sono professionisti in questa tecnica la quale permette di trattare, da una sola parte del corpo, tutti gli altri punti che costituiscono il nostro fisico e il nostro organismo. Trattare prevalentemente per migliorarne le funzioni.
Le idee sono discordanti in campo medico ovviamente, ma conoscerla è lecito e ve la voglio presentare.
Venne di nuovo a galla nella nostra cultura quando, in Francia, il Dott. Paul Nogier, capì attraverso scritti e ricerche che, già dai tempi di Ippocrate, degli Egizi e della Medicina Popolare, questa tecnica era molto diffusa. Proprio Ippocrate, nel trattato “Delle arie, delle acque e dei luoghi“, ci riferisce come questo metodo fosse utilizzato dai Cavalieri Sciiti per contrastare prevalentemente i dolori causati dal loro cavalcare giornaliero. Si diceva che il suo scopo era terapeutico in quanto, attraverso la palpazione del padiglione auricolare, si poteva “sentire” quale era l’organo o la parte del corpo che faticava a funzionare al meglio e, attraverso punture di aghi sottilissimi o ancora, microincisioni e massaggi, lo si stimolava.
