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  • Immagine del redattoreMagMel

Ottobre

Ottobre profuma di terra umida. Ha il sapore della zucca ormai matura, delle dolci caldarroste e dell’uva zuccherina. E’ tempo di ritirarsi, di volgere lo sguardo all’interno di se stessi, come Madre Natura comanda. C’è quiete nell’aria, ma non è ancora la calma immobile e statica dell’Inverno: un movimento impercettibile anima ancora per un po’ il Creato, che si prepara a scendere nella caverna del riposo.

Con il sopraggiungere della stagione autunnale, le ore di luce si sono visibilmente assottigliate, e così sarà fino al prossimo Solstizio.

foglie autunno

E’ giunto, quindi, anche Ottobre, il cui nome deriva dal latino October, e cioè ottavo mese. Eppure il numero a esso associato non è più l’otto, come fu nell’antico calendario romano, bensì il dieci, numero perfetto e principio di tutto. Non a caso per i Celti l’anno iniziava con la fine di ottobre, la notte di Samhain (che oggi conosciamo come Halloween). Il dieci è il numero che dà la conoscenza di se stessi e del mondo, terrestre o divino che sia. E’ l’armonia, quella che caratterizza la nascita di ogni essere.

I pellerossa chiamavano Ottobre “Luna delle Foglie Cadenti” o “Il mese delle bestie che si rintanano”, e non a caso.

In questo periodo dell’anno il tempo meteorologico si presenta instabile, soprattutto nel Bel Paese: giornate terse e tiepide si alternano a piogge torrenziali, non c’è una costante e il cielo muta proprio come la natura, che lentamente si spoglia di ciò che non le serve più e si tinge di colori sempre più accesi. Nella capitale la prima decade del mese è nota come ottobrata, contrassegnata da temperature gradevolmente tiepide e il cielo solitamente sgombero di nubi e foschia, spronando a uscire di casa per lunghe passeggiate.

nebbia bosco

A differenza del centro Italia, nella settentrionale Pianura Padana inizia la stagione della nebbia, quella talmente fitta da far perdere l’orientamento. Questo fenomeno rappresenta per antonomasia l’indeterminatezza, ciò che non è definito. Simboleggia un momento di passaggio, quello tra il nulla e la nuova vita. Non per niente il periodo che da Ottobre attraversa tutto l’Inverno e giunge sino alle soglie della Primavera rappresenta il passaggio da un anno morente a uno nascente, quando gli animali muoiono simbolicamente con il letargo e le piante ritirano la loro energia vitale nelle radici, apparentemente svuotate del vigore e della vitalità che le aveva animate nella bella stagione. Tuttavia la nebbia non rappresenta solo questo. E’ una pagina bianca pronta per essere scritta, è il percorso iniziatico che il discepolo si appresta ad affrontare, impegnandosi a guardare il mondo non più col senso della vista, bensì con una percezione più ampia e sottile, quella del cuore.

E’ tempo di arare e seminare i campi, quest’ultima azione, soprattutto, è fondamentale. Non si può rimandare oltre, poiché le piogge si fanno insistenti e le sementi potrebbero risentire dell’abbondanza di acqua. Si raccolgono le nespole e i cachi, ma è anche il momento dei funghi, ormai spuntati grazie alle piogge autunnali.