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Rapportarsi allo Spirito. Fare corsi e attività spirituali è una cosa "leggera"?

Ormai sembra una corsa. Una maratona a chi colleziona più attestati, a chi fa più ore di meditazione, a chi conosce più pratiche e tecniche di Risveglio, a chi si accaparra i migliori corsi di spiritualità in circolazione. Si tende a portare anche in quest'ambito la mentalità tipica del Sistema occidentale in cui viviamo, in cui vige la regola della produttività: più produci, più possibilità hai che il tuo valore venga riconosciuto. Quindi, più si collezionano corsi, attestati ed esperienze spirituali, più ci si "illumina". Ma non funziona così, in un ambito che dovrebbe puntare a togliere, anziché ad aggiungere, a spogliarsi di tutti gli Io, anziché vestirsi di ruoli, riconoscimenti, attributi...


Premettiamo il fatto che consideriamo Sacra la Conoscenza, ma c’è una cosa che troppo spesso viene dimenticata e ignorata in questo campo, pertanto non viene considerata, quando invece è assai importante (fondamentale, anzi).


Si tende erroneamente (e inconsciamente) a credere che tutto ciò che appartiene alla spiritualità sia quasi da considerarsi come un “passatempo”, una fuga dalla realtà in cui trovare un benessere blando e temporaneo, e ci si approccia a essa con troppa leggerezza.


Ma lo Spirito è Fuoco.

E il fuoco, se ci si avvicina troppo a esso, finisce per bruciare.



Quando si medita o ci si approccia a pratiche spirituali e interiori, si apre un canale diretto con il Fuoco dello Spirito. E' bellissimo: giunge dal Cosmo energia curativa, vibrazione pura ed elevata pronta a inondare il nostro corpo fisico… Ma se questa energia è tanta e l’individuo che in quel momento la sta “ricevendo” non la sa indirizzare, non la sa utilizzare, non la incanala nei centri giusti, quella stessa energia (che è fuoco, lo ricordiamo) finisce per sfogarsi nei centri sbagliati e, nel peggiore dei casi, arriva a “bruciare” interiormente.


Nella pratica, questo, cosa significa? Che quell'energia male incanalata potrebbe andare ad alimentare - per esempio - la rabbia, provocando scoppi d’ira improvvisi e immotivati, frustrazione latente… e molto altro ancora. Quell’energia sottile che non viene gestita correttamente dal corpo fisico finisce per alimentare paure, giudizio, attaccamento, invidia, disistima di sé…

E, nel caso in cui il Fuoco che entra dalle pratiche spirituali sia elevato, finisce anche per esaurire il sistema nervoso, provocando smarrimento, stress, sovraccarico mentale ed emotivo, spossatezza profonda, prosciugamento interiore, fino alla malattia.


L’Icaro della mitologia greca, essendosi illuso di poter volare e avendo osato avvicinarsi troppo al Sole (metafora di Dio, dello Spirito, della Luce, della Fonte…) ha sciolto le sue ali di cera, rovinando la sua intera esistenza irrimediabilmente.



Lo stesso Dante, nel Paradiso della sua Divina Commedia, non guarda mai direttamente Dio, perché sa nel profondo che la sua luce abbacinante comprometterebbe per sempre la sua vista.


Guarderesti mai il Sole senza protezione per un periodo di tempo prolungato?

Immaginiamo che la risposta sia No.


Allo stesso modo, non si dovrebbe mai esagerare con le pratiche e i corsi spirituali. Fanno lo stesso effetto della vista diretta del Sole, solo che non te ne accorgi e allora la prendi sottogamba, pensando di innalzarti sempre più verso il cielo, verso la Luce, la leggerezza…


Per questo chi svolge un lavoro su di sé va incontro alla stanchezza e deve saper riconoscere il valore del Sacro riposo da offrire al proprio corpo fisico, senza consumarlo. E' uno dei motivi per cui è indispensabile essere guidati, in questo ambito, astenendosi dal fai-da-te. Perché è necessario imparare a riconoscere quando è il caso di rallentare il passo, senza esagerare, e riconoscere quando e come lavorare l'energia infuocata che giunge a noi dallo Spirito in modo che il corpo non ne venga sfibrato e logorato più di quanto non sia consentito dal Sacro Sforzo.


Nella modernità si è sempre più portati a rifugiarsi nella spiritualità perché nelle persone cresce la ricerca del proprio benessere. Si ricerca in modo compulsivo, senza neppure sapere bene perché e che cosa, purché si tenti di auto-dimostrarsi che esista una via di salvezza, pur di non affogare e di trovare un appiglio, fosse anche solo per una manciata di ore.




Viviamo in un mondo in cui ci si sente schiavi, oppressi e vessati da un mondo che appare sempre più stretto. Quella della spiritualità, dunque, diviene una porta allettante verso cui dirigersi e da aprire per alleggerirsi, per sentirsi "ribelli", per andare controcorrente, per costruirsi una professione diversa da quelle classiche, per provare per qualche istante un'effimera sensazione di libertà. Ma il suo essere allettante non significa che non nasconda tranelli... anzi, tutt'altro.


Si tende a essere “bulimici” di informazioni, di corsi, di pratiche, perché l’umanità ha un gran bisogno di sentirsi alleggerita dalla pesantezza di una materia che appare spesso insostenibile. Ma la via d’uscita non è mai fuori, come diceva Jung. È sempre e solo dentro. Nessuno può liberarti, se non lo fai tu stesso. Non esiste libertà per chi continua a sentirsi schiavo... non siamo noi a dirlo, ma le leggi universali di Risonanza, Attrazione, Effetto-Causa.


Da parte nostra, consigliamo sempre di intraprendere un percorso alla volta e di farlo bene, scendendo in profondità; di governare e disciplinare se stessi, cercando anzitutto di comprendere nel profondo e con umiltà quale sia la miccia effettiva che muove e innesca la sete di conoscenza.

Il bisogno di riconoscimento? L’intento di voler evadere? La necessità di ritrovarsi? La volontà di identificazione? Il bisogno di originalità, di ribellione verso il Sistema?

Per ogni quesito ci sarebbe da parlare per ore.



Scendi nel profondo di te. Poniti questa domanda. Fermati tutto il tempo necessario. Non agire. Non iscriverti all’ultimo corso disponibile sul mercato senza interrogarti.

Resta fermo nella frenesia, sguazza nella voglia che senti dentro di lanciarti in attività spirituali. Resta lì. Guardala bene, fino a conoscerla in tutti i suoi meandri. Quando l’avrai sviscerata come avrebbe fatto il miglior medico legale in circolazione, allora vedrai che ti approccerai alla spiritualità con maggiore calma, con più centratura, pronto a “guardare il Sole” il tempo necessario a “illuminarsi” senza incorrere nel pericolo di “fulminarsi”.



Le immagini di questo articolo sono state tratte da Pinterest.


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