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Immagine del redattoreMagMel

Un Gabbiano per Maestro

Da quando ero bambina ho sempre avuto un rapporto particolare con alcuni animali, amicizie che hanno cambiato per sempre il mio modo di essere, influenzando tutta la mia vita a venire.

I Nativi Americani credevano che ogni essere umano nascesse con più di uno spirito animale come guida e che, se per qualche motivo il rapporto con queste guide venisse a mancare troppo presto, difficilmente il bambino sarebbe sopravvissuto alle pesanti energie del mondo materiale.

Ebbene, io sono certa che tra le mie guide ci sia stato (e ci sia ancora) un Gabbiano.

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E così, ogni volta che ne scorgo uno – e capita spesso, ve lo assicuro, dato che vivo sul mare – non posso fare a meno di fermarmi a guardarlo, assorta.

Capita spesso che questo uccello rechi con sé un messaggio indirizzato a me, ed è di questo che voglio parlare oggi, in questo mio articolo, con l’augurio che possa essere d’aiuto anche ad altri.

Per due giorni non consecutivi e a orari differenti sono andata nella stessa spiaggia a prendere il sole. In entrambe le occasioni un cucciolo di gabbiano ha preso a gironzolare intorno al mio asciugamano. Poiché ciò che si ripete reca sicuramente con sé una lezione da imparare, la seconda volta ho cominciato a tendere bene le orecchie (quelle dell’Anima), per captare il messaggio.

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Inizialmente il Gabbiano se ne stava sul bagnasciuga, pareva quasi contemplare il moto delle onde, lì, fermo sulla riva. Poi, concluso quel momento di pace, ha preso a zampettare per la spiaggia in su e in giù, in lungo e in largo, avvicinandosi molto alla sottoscritta, ma anche ad altri bagnanti, senza mai essere fastidioso o invadente per questo.

Una particolarità di questo cucciolo, tuttavia, lo ha reso attraente agli occhi di tutti: aveva un’ala un po’ strana, quasi storta, sporgente dal resto del corpo. I gabbiani – proprio come tutti gli altri uccelli – quando non sono in volo hanno le ali ben ripiegate a dare forma al corpo, queste divengono un tutt’uno con esso… Il cucciolo in questione, invece, no. L’ala aveva le piume remiganti arruffate e assumeva una posizione scomposta. Tutti hanno preso a guardarlo con apprensione, sentimento alimentato dal fatto che il Gabbiano non sembrava intenzionato a volare, ma solo a zampettare. Talvolta camminava anche molto velocemente, quasi che la sua fosse una corsa, e questo induceva tutti a pensare che avesse di certo qualche problema, col suo difetto ben evidente.

Ebbene, dopo essersi fatto fotografare da tutti i bagnanti, il giovanotto ha infine spiegato le sue ali da Gabbiano Reale ed è volato, facendo un giro in alto sfruttando le correnti come solo questi meravigliosi uccelli marini sanno fare. Qualche volteggio e poi di nuovo giù, sulla spiaggia, a godere dell’acqua del mare sul bagnasciuga, sotto lo sguardo stranito di molti.

gabbiano

La scena che vi ho appena descritto potrebbe apparire quasi insulsa, insignificante ai più, ma vi assicuro che non è così, poiché recava con sé dei messaggi anche piuttosto importanti.

Quando si legge che gli sciamani e gli uomini di un tempo sapevano trarre presagi dal regno animale e vegetale e che potevano ricevere messaggi da queste due dimensioni differenti da quella umana, pensiamo sempre a qualcosa di molto simile all’immaginazione, all’allucinazione o alla fantasia. In verità l’uomo d’un tempo aveva accesso a un tipo di saggezza e di conoscenza che oggi ci è ormai estranea, ma che possiamo sempre imparare a recuperare.

tamburo sciamanico

In particolare l’“anima-le” può comunicare con noi in modi differenti. Quando ci connettiamo alla dimensione di un animale, ci poniamo nell’atteggiamento adatto a cogliere i messaggi della nostra Anima, diveniamo “istinto” ed è più facile, per noi, accedere alla nostra Voce Interiore, quella che tutto sa e che solitamente anneghiamo con insicurezze, dubbi e congetture mentali. Nel momento in cui un animale si mostra a noi, si accende una sorta di scintilla che ci permette di avere accesso a qualcosa che altrimenti non vedremmo, qualcosa di atavico e quasi inspiegabile. Non è l’animale di per sé a essere magico o a possedere poteri intrinseci: in verità tutto viene da noi, la bestiola è solo il veicolo, il mezzo, lo specchio attraverso il quale possiamo vedere la nostra Essenza più vera e autentica.

sciamanesimo

Inoltre dobbiamo considerare che il simile attira il simile, dunque richiamiamo a noi tutti quegli eventi, persone, animali, elementi, energie utili a comprendere ciò che abbiamo dentro e che spesso fatichiamo a vedere. È questo il modo più efficacie di interpretare i messaggi del mondo naturale, un metodo che ha poco di magico (per lo meno per il significato che oggi diamo alla parola magia) e molto di spirituale e introspettivo.

Tornando al mio Maestro Gabbiano, i suoi messaggi per me sono stati molteplici e li condivido in questo articolo, visto il loro carattere universale e non strettamente personale.

Sono stati giorni strani, quelli che hanno preceduto il mio incontro con questo uccello. Come capita ormai spesso, mi sono ritrovata bombardata dalla negatività di certe notizie che rimbalzavano impazzite sui social e, francamente, sentivo il dolore farsi strada in me, anche se ho imparato a non farmi più dominare da esso, ma a essere più padrona in Casa mia. Ci sono stati giorni in cui si è fatto largo in me – seppure inconsciamente – il pensiero che ci fosse molta bruttura al mondo e che fosse davvero difficile trovarvi la vera Bellezza.

dolore

Eppure… il giovane Gabbiano mi ha mostrato un’umanità che quasi credevo estinta: tutti lo guardavano, lo fotografavano… In spiaggia il tempo pareva essersi fermato. I bambini smettevano per un attimo i loro giochi e lo osservavano, sorridenti. Gli adulti gli si avvicinavano per fare foto, anche loro con un sorriso spontaneo e genuino sul volto. Tutto si svolgeva al rallenty e in quel momento ho capito che dovevo vedere quella Bellezza riflessa nei visi della gente per comprendere dentro di me che siamo ancora in grado di stupirci, che uno spettacolo della Natura, piccolo o grande che sia, ci sa ancora incantare (letteralmente: “cantare dentro”, un termine che amo molto).

Un altro cruccio di quei giorni per la sottoscritta è stato provocato da uno dei miei più grandi – e difficili – scalini, la mia amica fidata di sempre: l’autosvalutazione, la mancanza di autostima e il conseguente perfezionismo che mi contraddistinguono.

Il Maestro Gabbiano era venuto fin lì per farmi vedere con i miei occhi che non importa quale difetto si possa avere, più o meno evidente, fisico o ideale, vero o fittizio che sia: siamo nati per volare, per essere liberi.  Non c’è bisogno di sentirsi perfetti, perché questo compito – il volare metaforicamente parlando – ci appartiene, va oltre i néi che crediamo di avere, oltre i limiti che ci auto imponiamo, oltre i pregiudizi che abbiamo su noi stessi… oltre tutto. E questo è un messaggio notevole, che penso accomuni molti di noi oggi, per l’uno o per l’altro motivo.

libertà

Pensavo di trascorrere una mattinata spensierata al mare e invece sono tornata a casa con ben due lezioni su cui meditare. Perché in fondo “ogni posto è una miniera, basta lasciarsi andare” (cit. Tiziano Terzani).

[Le foto prive di firma sono state tratte da Pixabay]

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