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  • Immagine del redattoreMagMel

Illuminarsi in coda alla posta

“Vi trovate in coda alla posta. Siete lì, fermi già da un quarto d’ora, passando il peso del corpo da un piede a un altro. Col pensiero, siete persi in chissà quali mondi, mentre il vostro corpo fisico continua diligentemente a restare adagiato e incustodito in coda. E, all’improvviso, arriva il furbo di turno, quello che ci prova sempre, a far finta di nulla e passarvi davanti. Cosa fate? Come vi comportate in un’occasione come questa?”



Mesi fa, in una serata del corso di Alchimia e Risveglio, come accade ogni anno abbiamo posto questa domanda. Che ci crediate o meno, la riflessione che ne è scaturita è servita addirittura a “cambiare la vita” di alcuni (parole loro, non nostre).


Le risposte che giungono sono interessanti.

C’è chi redarguisce il furbetto in questione, chi lo minaccia, chi inizia a recitare interiormente l’Om con più fervore che in un tempio tibetano, chi manda verbalmente il malcapitato in paesi poco… ospitali, chi si arrabbia, chi sta zitto ingoiando l’amara ingiustizia, chi non osa dire nulla, chi semplicemente fa spallucce…

Ognuno tira fuori la sua gamma di re-azioni pronte all’uso.


E quando successivamente chiediamo: “Bene. Ma chi è quella persona per te? E tu, dove sei in quel momento?”, ecco che si spalanca una voragine sotto i piedi.


Il furbetto starà anche infrangendo la morale umana e orizzontale, ma su un altro piano è un invito a guardarti dentro. È quello che in gergo alchemico è definito un “maestro” (in senso non convenzionale), una persona che col suo comportamento risveglia in te ferite/traumi/dolori sepolti nel tuo inconscio e che non guarderesti altrimenti (a tal proposito, leggi anche il nostro articolo “Non puoi rifiutarti di essere maestro”).

E, attenzione: perché a questo punto la tentazione di fare psicanalisi e di azionare la macchina mentale che tutto deve catalogare in specifici scomparti è assai alta ("Ho capito, mi sta facendo vedere la ferita da ingiustizia!"). Il Lavoro interiore è Silenzio e Non Giudizio, prima di tutto. Poi arriva tutto il resto.


E che dire, invece, riguardo al dove sei, mentre quel "maestro" inaspettato e sui generis ti passa davanti?


“Alla posta, che domande!” ammicca la mente, pensando di fare la splendida e dimostrare la sua superiore e ovvia intelligenza.

Sì, la tua macchina biologica (il tuo corpo fisico) con i suoi pensieri e le sue emozioni è adagiata lì. Ma Tu – il Padrone di Casa, il Testimone – non ci sei! Sei inzuppato in automatismi vecchi di decenni e che riproduci sempre identici e non ne sei neppure cosciente. Sveglia!

Immagine tratta da https://www.humandesigncounselor.com/frammenti-di-se/la-carrozza-di-gurdjieff/

Impara a Esserci, in momenti come quello. A Guardare e Ascoltare ciò che si muove dentro di te. Ingiustizia, rabbia, sopportazione, offesa, indifferenza? GUARDA! Non lasciarti travolgere dalle onde: sii il surfista che le cavalca! (E, ricorda: il surfista non governa, non giudica né schiaccia l’onda. Semplicemente, se ne serve per i suoi scopi, la sfrutta e, semmai, impara da essa qualcosa di utile per sé prima di tornare a riva.)


Storie come questa della posta accadono ogni santo giorno che trascorriamo su questa Terra. E ogni volta l’occasione di Risveglio sfuma miseramente per via dello stato di sonno profondo nel quale versiamo inesorabilmente.

Toh, che peccato! Potevi svegliarti proprio lì, dove ti scoccia tanto stare, senza per forza spendere chilometri in benzina per trovare un bosco da abbracciare, un ruscello da importunare o una palestra di Yoga in cui sentirti spirituale.


In pratica ti siamo dicendo che c’è un piccolo Himalaya alla posta dietro casa e non te lo fili di striscio!


Se, anziché tirare fuori dalla tasca la tua solita e comoda reazione, imparassi a guardare ciò che si muove in te in momenti di estremo e quotidiano fastidio, come quello delle poste, vedresti e vivresti ogni evento della tua vita con Consapevolezza (questa sconosciuta).

In quell’istante, avviene in te un piccolo choc, che ti obbliga a essere sveglio, vigile e attento. Perché ti stai disciplinando a non essere un automa, a non comportarti secondo schemi che il tuo cervello riproduce sempre identici, in automa-tico! In quel momento stai dando un impulso diverso al tuo sistema nervoso, e pure le risposte biologiche al dato evento diventano completamente differenti. Ciò – a lungo andare – cambia chimicamente la biologia del corpo (eccola, la Chimica di Dio, l’Alchimia!) soprattutto per quanto riguarda i sistemi nervoso, endocrino e immunitario. Ta-dan!


Sembrava un lavoro da niente, quello di Osservazione e di Testimonianza di Sé in un banalissimo, triste e terreno ufficio pubblico. E invece non lo è affatto (a tal proposito, leggi anche il nostro articolo “L’Osservazione che lentamente trasmuta”).


La via d’uscita è dentro, affermava Thich Nhat Hanh, non a torto.


A questo punto in molti affermeranno: “Sì, ma intanto quello m’è passato davanti e io ho solo voglia di dirgliene quattro, invece devo pure stare zitto, guarda un po’! Cornuto e mazziato”.



Il nostro non è un invito a ingoiare sempre le angherie e i torti senza mai dire/fare nulla, né a divenire dei piccoli – e inutili – Buddha peace&love resilienti a ogni costo.


La materia resta la materia: il furbo in coda resta sempre tale.


Chi insegna, trasmette e/o divulga l’Arte Alchemica, giunti a questo punto, raccomanda due vie possibili, a seconda del lavoro che si sta svolgendo su di sé (ed ecco perché consigliamo sempre vivamente di essere guidati da chi è più avanti nel cammino, poiché da soli è difficile saper discernere tra le due e non trasformare la Sacra auto-Disciplina in una pericolosissima e dannosa prigione auto-inflitta).


La prima è quella della non-reazione: allenarsi per un periodo di tempo determinato e limitato a non agire all’esterno, limitandosi e concentrandosi a Osservare con attenzione ciò che accade dentro. Nel caso specifico, senza dire nulla al furbetto della coda. Questa opzione si segue per uno specifico lavoro interiore individuale dettato da un particolare momento del proprio percorso di Ricerca.



La seconda è quella di lasciare che la propria personalità si comporti esattamente come ha sempre fatto, con la differenza di rendersi Coscienti di tutto ciò che essa fa e di come lo fa. Nel caso specifico, pronunciando improperi verso il mago della coda, o utilizzando qualsiasi reazione si ritenga consona alla situazione, senza trattenersi o sforzarsi di fare alcunché.


A cambiare è il tuo interno, è la tua Coscienza che si Risveglia al Sé. Quelli sì, sono sprazzi di vera illuminazione. E avviene nel bel mezzo di un contesto metropolitano, snobbato da chiunque perché “non spirituale”, e grazie a un evento che per te è pura “ombra”. Un paradosso, in pratica, stando a ciò che detta il pensiero comune.


Perché da quell’Osservazione profonda, portata avanti con costanza ed estesa ad altre infinite situazioni quotidiane (perché una sola non basta, e neanche due, dieci, cento) smetti di essere ciò che hai sempre creduto di essere – un corpo – e ti avvicini un po’ di più alla Consapevolezza del Sé e dell’Anima.


Ma, lo sappiamo, non tutti hanno la Volontà e la determinazione di spingersi ai confini del conosciuto e di sviluppare lo Sguardo Interiore, quello del solve et coagula.

La Ricerca e il Lavoro su di sé agiscono nella scomodità (soprattutto). Non l’abbiamo inventato noi. Ed è così perché l’ombra, il buio, la ferita, il dolore, la scomodità sono evolutive: sono il motore che ti spinge a non restare fermo dove sei, a non morire nella staticità, a muoverti.

Sono la Porta Stretta da attraversare, la prova iniziatica che ti conduce al Sé.

Buone illuminazioni cittadine a tutti.


Mel&Meg



Le immagini prive di didascalia sono tratte da Canva.


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