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Quando il mettersi al servizio è un tranello della personalità

L'ego e le maschere di cui si serve sono subdoli, e bisogna vegliare ed essere vigili per non crearne di nuove, ancor più dannose e con radici ben più profonde di quanto si creda...



Oggigiorno - e ciò accade in particolar modo da qualche anno - non si ha più l'umiltà di essere e rimanere allievi.

Quando ci si iscrive a un percorso qualsiasi di crescita ed evoluzione interiore, lo si fa già chiedendo se quel corso/scuola/cammino dia la facoltà di essere "qualcuno".


Un counselor.

Una guida.

Un coach.

Un istruttore.

Un operatore olistico.

Un motivatore.

Un insegnante.


Di questo passo, al mondo avremo più Guide che allievi.

Si punta all'arrivo, al traguardo, come se questo fosse l'unica cosa che conta. Non si guarda al viaggio, non importano neanche più le tappe intermedie, si vuole presto e bene avere un titolo che sancisca, stabilisca e legittimi lo svolgimento di una professione. esattamente come Sistema comanda.

"Certo, io voglio servire il prossimo! Voglio mettermi al servizio dell'umanità!", chioseranno in molti.


Ma siamo proprio sicuri che dietro questo nobile intento non si nasconda un bisogno?

Siamo sicuri che dietro il vostro volto investito della Luce dalla Grazia non stia sogghignando qualcun altro nell’ombra, beandosi con goduria dell'abbaglio clamoroso che vi siete presi?



"Ma come? Tutti i maestri insegnano che bisogna servire l'umanità, è un principio fondamentale! E poi, oh, io ho già alle spalle il corso X, il corso Y, e il corso Z!"


Bene. Corsi utilissimi, probabilmente.

Ma adesso metti da parte gli attestati per un attimo (lo ha fatto persino il dottor Hew Len, a suo tempo e, così facendo, è diventato colui che ha incarnato la vera tecnica dell'Ho'oponopono...) e siediti qui, di fianco a noi. Ora dicci.


Hai mai osservato nel profondo il tuo bisogno di apparire, di ricevere stima e approvazione dagli altri? Hai mai giocato a scacchi coi tuoi demoni, ti ci sei mai seduto accanto per guardarli negli occhi e scoprirvi mondi inzuppati di paura, di tristezza, di giudizio, di attaccamento, di mancanza d'amore per te?


Hai mai riconosciuto in te il fatto che essere una guida (o qualsiasi altra cosa) ti farebbe sentire e apparire una persona migliore, più brava, di valore, più felice, superiore, più saggia, più affermata, più autorevole… rispetto agli altri?


Cosa ti muove?

Qual è il tuo motore?

Sei spinto davvero dall'Amore, dal Cuore, dall'Ardore, dalla Fede come credi... O ti stai solo ingannando? Stai solo cercando una nuova maschera dietro la quale rifugiarti per non sentire male?



Il Servizio è un intento e un atto nobile.

Ma forse non sai che il vero Servizio, quello di cui parlano davvero i Maestri, lo fai a casa tua, in completa solitudine e in silenzio. Lo fai al supermercato, mentre le persone intorno a te sembrano automi impazziti. Anche qui, in silenzio.

Lo fai dovunque ti trovi, senza mai rispondere al bisogno di dire la tua, di insegnare, di psicanalizzare, di trasmettere e consigliare qualcosa agli altri persino dal panettiere o al tavolo di un bar.


I Maestri insegnano l'arte di essere Invisibili, nel Servizio. Ciò significa che posso sì divulgare, guidare, trasmettere... Ma non posso indossare quel ruolo ovunque e con chiunque io mi trovi. Non ho il diritto di ergermi a istruttore di tutti, non ho il dovere né il compito di salvare proprio niente e nessuno.

Lo vedi il bisogno che si nasconde dietro questa patina di apparente nobiltà?


Ricorda sempre che puoi aiutare davvero gli altri solo nella misura in cui sai essere in primis aiuto per te stesso.


Essere guide, insegnanti, mentori o qualsiasi altra definizione vogliamo dare a questo “ruolo”, non è facile come sembra e non è un cammino da intraprendere con leggerezza, perché le resistenze saranno tante e forti. Così come non è una professione, non è qualcosa su cui costruire un business o sulla quale fare marketing.



Sì, è vero, sembra un controsenso detto da noi che abbiamo fondato una Scuola, che trasmettiamo le nostre conoscenze agli altri e che utilizziamo i canali e i metodi di informazione e divulgazione di quest’epoca, ma se parliamo, lo facciamo per esperienza diretta e con cognizione di causa. Ciò che ha davvero importanza, in questo ambito, è il motore, per l’appunto; è il modo in cui fai tutto questo, l’energia che ci metti.


Se lo fai per rispondere (inconsciamente) a un bisogno, non otterrai nulla.

Se lo fai pensando a un ritorno economico, non otterrai nulla.

Se lo fai mosso da uno qualsiasi dei tuoi demoni, non otterrai nulla.


E il punto è che non devi neanche pensare a “ottenere”, a “fare”. Devi solo – si fa per dire – ESSERE!


Se devi e vuoi farlo, allora fallo lavorando sodo su di te, senza mai nascondere la polvere sotto il tappeto. Devi essere onesto con te stesso e con gli altri.

Se devi e vuoi farlo, allora fallo con lo spirito del volontariato (e no, questo non significa che non sei legittimato a chiedere denaro in cambio dei tuoi insegnamenti... toh, guarda, un altro paradosso!). Dev’essere una Missione, una Vocazione, non l’ultimo porto al quale attraccare per tentare di guadagnare qualcosa, perché nessun altro lavoro ha funzionato.

Se devi e vuoi farlo, allora fallo sapendo che dovrai essere pronto a veder affiorare in superficie i tuoi demoni più potenti e antichi, e dovrai guardarli in faccia.


Non godiamo nel dire queste cose. Sappiamo quanto possano far male, ma il Risveglio non è comodo.

E per essere davvero guide/istruttori/insegnanti/blablabla serve un ingrediente che scarseggia sempre di più, ultimamente, che è quello dell'Umiltà. Serve strisciare davanti alla propria Coscienza, lavorare duramente dentro di sé e per sé senza ambire a nulla, con l’unico intento di svegliarsi davvero.

Serve guardare – e bene – con quanti e quali forme si muovano dentro di sé l’arroganza, il giudizio, il bisogno (e non solo).


Pensa prima di ogni cosa a te stesso, non al donare al mondo, a salvare qualcuno/qualcosa, a voler far stare bene gli altri. Prima di tutto ci sei tu, tu sei il vero fulcro. E perdi moltissimo sul tuo cammino se cadi nel tranello di consumare te stesso in funzione del benessere altrui. Vivresti in un inganno.

Se tu sei la chiave di volta, se sei il creatore della tua realtà, allora è assai più importante il viaggio della destinazione. Curati e dedicati Anima e corpo al percorso che hai scelto di intraprendere, senza pensare che un giorno, forse, insegnerai.


“Scusate, ma quindi volete dirmi che tutti quelli che insegnano o fanno divulgazione sono arrivati e sono perfetti e impeccabili?”


Assolutamente no. Quando si entra nell’ambito della ricerca, e tra coloro rientrano quelli che sono alla guida di percorsi evolutivi, si sa che non si arriva mai: non si raggiunge necessariamente la buddhità, non tutti coloro che insegnano vivono in una dimensione “superiore”. Ma se un insegnante è tale, allora dirà e mostrerà a chi si rivolge a lui anche le sue debolezze, le sue cadute, i meandri interiori che deve ancora esplorare e attraversare. Così sì, si è sani maestri per il prossimo.


Al riguardo, abbiamo scritto un altro articolo che può collegarsi a questo. Leggilo qui: “Rimanere allievo è il segreto di ogni maestro”.





[Tutte le immagini del presente articolo sono state tratte da Pinterest. Non ne conosciamo gli autori, i quali ne detengono i diritti.]


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