Donati al mondo
Ogni cosa nell’Universo manifesta pienamente se stessa. Ogni cosa è, esiste, e come tale riveste un ruolo, che non è solo quello di “prendere” (nutrimento, luce, acqua, insegnamenti, vita…) ma anche quello di “dare”, offrire parti di sé, e così facendo Tutto è più ricco e carico di abbondanza per tutti i suoi esseri. Ciò accade quasi in sordina, senza mettere manifesti né la mediazione di una mente che calcola, valuta, discerne.
Un albero dona ossigeno, fiori, polline e frutti. Senza chiedere nulla in cambio. Così è e così sarà sempre. Gli insetti donano nuova vita alla terra trasportando il polline. Senza chiedere nulla in cambio. Così è e così sarà sempre. Gli animali donano equilibri agli ecosistemi. Senza chiedere nulla in cambio. Così è e così sarà sempre. Le rocce offrono sostegno. Senza chiedere nulla in cambio. Così è e così sarà sempre.

E noi esseri umani? Ho trascorso tanti anni della mia vita chiusa in un bozzolo, trincerandomi dietro un inespugnabile guscio di spine. Da esso non trapelava nulla di me, solo chiusura. Ero un essere apparentemente sterile, che non concorreva alla ricchezza e all’abbondanza del mondo. Persino inespressiva, trincerata dietro una corazza protettiva che mi impediva di essere ferita. Avevo un bagaglio riempito a dismisura di paure, dubbi, insicurezze. Il giudizio che avevo di me era limitante, schiacciante e lasciavo che mi governasse, annullandomi.
“Se copri un’immagine d’oro con un telo nero, potrai dire che l’immagine si è annerita? Certo che no! Sai bene che, dietro quel velo, l’immagine è ancora dorata. E così sarà quando strapperai il velo nero dell’ignoranza che ora nasconde la tua anima: contemplerai, ancora una volta, l’immutabile bellezza della tua natura divina. Tu sei divino, devi solo averne consapevolezza. Devi guardare dentro di te.”
~Paramhansa Yogananda~
Quanto tempo ho impiegato a guardare quel telo nero, senza riuscire a scorgere l’immagine dorata che da sempre esisteva sotto di esso… Quanti anni trascorsi a concentrarmi solo su quello che di me non andava bene, che dovevo cambiare, scardinare, disgregare.
Oggi non sono più quella Mel.
A poco a poco, con un lento e paziente lavoro su di me, ho allentato la presa su quella zavorra che mi portavo appresso, liberandomi dei pesi che avevo sul cuore. E ho iniziato a scolpire la nuova me, anche grazie alla guida di chi era più avanti nel percorso della vita e con l’aiuto terapeutico di Madre Natura.

E allora, solo allora, ho compreso. Cosa accadrebbe se un albero avesse paura di fiorire e privasse la Terra dei suoi doni? E se il sole e le stelle non brillassero più?