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  • Immagine del redattoreMagMel

Febbraio

Febbraio è ponte tra due stagioni, quella invernale che pare avere i giorni contati e quella primaverile che già offre le prime avvisaglie di colore e rinascita. Infatti, se da una parte è ancora un mese generalmente segnato da temperature rigide, i bucaneve raggiungono la superficie, donando la certezza che la bella stagione sia ormai alle porte. E, come i bucaneve, altri fiori e altre piante sfidano il pallore invernale: l’acetosella dipinge di vivacità i campi, la mimosa colora i clivi e i limoni fanno la loro comparsa sugli alberi. Febbraio è il mese del giallo associato alla luce del Sole che ruba ogni giorno minuti preziosi alle ore notturne e questo si rispecchia nelle energie del periodo che lo vede protagonista. Nell’antichità era ovunque un brulicare di feste e ricorrenze dedicate alla luce e alla rinascita.

Nell’antica Roma il mese  si apriva con un sacrificio a Giunone, la Regina Madre, e segnava un periodo di purificazioni. Lo stesso nome di Febbraio deriva dal latino februa, termine che di fatto indicava diversi mezzi e strumenti atti a purificare i corpi, sia quelli umani che quelli di animali sacrificali.

giunone

Febbraio è connesso al numero 2, poiché è il secondo mese dell’anno secondo il nostro calendario moderno. E, come il 2 di cui è simbolo, porta a riflettere sulla dualità, su tutto ciò che è contrapposto, complementare e che si completa per originare l’equilibrio cosmico. Senza il 2, la vita non esisterebbe. Questo numero, infatti, contrassegna il bene e il male, il maschile e il femminile, l’ignoranza e la conoscenza, l’inspirazione e l’espirazione, la materia e lo spirito, il sole e la luna, la luce e il buio… tutto è in perfetto e costante equilibrio nel grande disegno universale.

Nell’antico calendario, invece, era l’ultimo mese dell’anno, il dodicesimo, e questo spiega i riti purificatori a esso connessi: ci si lavava di tutte le impurità e ci si liberava del vecchio per fare spazio al nuovo, sia in senso materiale che spirituale e simbolico. L’anno nuovo veniva rifondato a marzo e ci si preparava dunque al passaggio importante tra un ciclo e un altro.

Il mese si apre con i riti della Candelora, che traggono origine da una festività ben più antica di quella canonica cristiana e originaria della cultura celtica: Imbolc. In questo periodo i Celti celebravano la luce nascente, il fuoco creatore e la rinascita della natura, con cerimonie dedicate all’arcaica dea madre Brigid, signora della poesia e delle arti, della forgia e del fuoco, della guarigione e della vita.

Invocation to BrighidBrighid, Thou Exalted Lady,
Bríd, Brig, Bride, Brigit, Brigantia,
Sainted One, Foster-Mother of the Christ and all who came before,
You Who keep watch at the sacred fires.
Healer, smith, poet; midwife, keener, shaper,...

Copyright immagine: Temiel (utente Tumblr)


Le fiamme del tempio di Brigid, come accade per le Vestali romane, non si spegnevano mai e rappresentavano il fuoco che guarisce,  nutre e risveglia. Imbolc era una delle feste del fuoco del calendario celtico e non a caso. Esso dona calore, sciogliendo il ghiaccio e riportando la vita; quando brucia, distrugge apparentemente ciò che incontra sulla sua strada, ma la sua azione è necessaria per rendere più forti il terreno e le piante, preparando la natura a ciò che verrà e offrendo la possibilità di una nuova vita. Il fuoco è coraggio, è istinto vitale, è ciò che distrugge il vecchio e purifica per fare spazio alla nuova vita (per saperne di più, puoi leggere i miei articoli “Mezzo Inverno, Imbolc o Candelora: feste di purificazione e rinascita” e “