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L'utilizzo degli strumenti in magia

In un mondo che sempre di più apre le porte all'esoterismo, ma in cui spesso si viene a creare molta confusione, si corre il rischio di utilizzare le informazioni in modo impreciso, se non addirittura errato.

Ormai è semplicissimo imbattersi in testi e temi di magia, sviscerati anche sui social. Tuttavia, ci sono delle cose che l'informazione sul web non può offrire, ovvero l'esperienza e la conoscenza profonda degli strumenti che si utilizzano, che non si basa su semplici schemi di corrispondenze. Talvolta, un concetto che viene presentato in modo molto semplificato sul web e/o sui social, nella realtà e dietro le quinte richiede mesi (se non anni) di pratica e studio.

Per questo, invitiamo a leggere sì il presente articolo, ma a non limitarsi a quanto riportato qui di seguito, che è solo una briciola a confronto di tutto ciò che bisognerebbe sapere al riguardo prima di approcciarsi alla pratica.

Fatta questa doverosa premessa, esattamente come molte altre figure appartenenti al mondo magico - esoterico - anche il Mago e la Maga alchimisti utilizzano strumenti rituali, come anche simboli, amuleti e talismani, e lo fanno in un modo ben preciso.


Foto di freestocks-photos da Pixabay

Innanzitutto, sono consapevoli che gli strumenti sono al loro servizio, e non viceversa. Sembrerebbe una banalità, ma non è affatto così, poiché in molti tendono a delegare il potere allo strumento, mentre l'Alchimia insegna che è sempre l'individuo il perno di tutto.

Infatti, la bacchetta, il bastone, il calderone, i simboli tutti non esistono all'infuori della Coscienza del Mago e della Maga, ma ne sono permeati. E' l'Alchimista a dare allo strumento l'ordine - con amore e gratitudine - di agire secondo il proprio volere. L'oggetto di per sé può avere una vibrazione molto forte legata a un'eggregora (una forma-pensiero che esiste per espansione di coscienza), ma sono sempre il Mago e la Maga a dirigerla.


Ci sono poi anche oggetti come la spada, che l'Alchimista utilizza soprattutto dentro di sé, su un piano più sottile di quello fisico.

Prendiamo il Graal, per esempio. Oltre a tutto ciò che si conosce su questo oggetto leggendario, protagonista di magiche e rocambolesche ricerche, sono in pochi a divulgarne il carattere puramente simbolico. Potresti tu stesso divenire un cercatore del Graal o forse lo sei già, ma non lo sai. Perché in verità questo oggetto si trova là dove in pochi osano guardare: dentro di sé. Il calice della vita eterna e della conoscenza è presente in ognuno di noi, ma la sua ricerca - esattamente come nelle più avvincenti leggende - non è affatto facile e priva di insidie. Infatti, trova la vita eterna chi nella sua esistenza, tramite il lavoro interiore, riesce a identificarsi con l'Anima, la parte immortale di cui siamo costituiti. E' un'impresa ardua, e non significa che anche il corpo diverrà immortale. Tuttavia, chi trova il proprio Graal non potrà più temere la morte, poiché conoscerà l'infinità del suo Spirito.


The Damsel of the Holy Grail, 1874 - Dante Gabriel Rossetti

Per quanto riguarda talismani e amuleti, invece, sono oggetti che il Mago e la Maga animano con la loro energia. Li attivano e li nutrono energeticamente, perpetuandone gli intenti per cui sono stati creati e attivati. Divengono così alleati potenti, catalizzatori delle vibrazioni che l'Alchimista vi pone. Anche in questo caso, non siamo noi ad affidarci a essi, ma sono questi oggetti a servirci: sono stati creati appositamente per servire uno scopo.


Gli strumenti, dunque, sono un'estensione dell'energia del Mago e della Maga, non oggetti in cui essi ripongono speranza.


Un approfondimento sul bastone del Mago e la bacchetta magica


Quando si sente parlare di bacchetta magica o bastone (anche conosciuti come "scettro del potere" o "verga del Mago") si crede siano strumenti che esistono solo nei film fantasy o nelle favole.

Purtroppo non ci rendiamo conto di quanto il nostro subconscio sia inquinato, e vediamo questi oggetti come appartenenti alle fiabe senza considerarli per ciò che sono in realtà: catalizzatori del nostro intento. Attenzione: non stiamo dicendo che, agitando una bacchetta, dalla sua punta sprigioneranno scintille colorate, ben inteso. Quella sì, è una rappresentazione cinematografica e fiabesca, ma lo è di qualcosa che esiste nella realtà e che viene semplicemente enfatizzata e resa visibile, laddove nella materia non lo è. Stiamo parlando dell'energia, della vibrazione, di quelle onde che ogni oggetto - persino la sedia su cui potresti trovarti ora - emana naturalmente.

Nelle nostre memorie, dicevamo, la bacchetta e il bastone servono a esaudire un volere; già questo dovrebbe bastare a chi conosce le leggi universali per comprendere la loro utilità, tutt'altro che fittizia.

Inoltre, siamo per lo più abituati per educazione a ritenerci deboli, "non in grado di" fare/ottenere questo o quello. Ed ecco che, in casi come questo e con l'adeguata consapevolezza (vedi introduzione a questo post) una bacchetta, un bastone, una candela o un qualsiasi talismano può aiutare a rafforzare le sicurezza verso il nostro potere.

E' curioso e interessante notare come la maggior parte delle persone dia più valore a un portafortuna, piuttosto che a strumenti tanto autorevoli come la bacchetta e il bastone. C'è davvero tutta questa differenza? Perché un cornetto rosso può essere tenuto sul cruscotto dell'auto, mentre nessuno pensa all'utilizzo altrettanto sfacciato di una bacchetta magica?



Nasciamo e cresciamo in una società che ci fa sentire schiavi, passivi e succubi, bisognosi di difesa (cornetto, aglio, croce... ognuno lo fa coi suoi metodi), ma nessuno, invece, ci insegna a essere attivi e a prendere in mano le redini del nostro potere individuale (che si esprime a pennello con la bacchetta e il bastone). Interessante osservazione, non vi pare?

Si prova imbarazzo a usare certi strumenti, ci si sente ridicoli, perché sono vistosi, difficili da nascondere… mentre un portafortuna può essere riposto in tasca, celato alla vista di chicchessia. E, in più, fa sentire protetti, non giudicati.

Siamo abituati a delegare il potere a qualcos'altro piuttosto che a noi stessi, ci affidiamo agli "scacciaguai" senza ritenere possibile che, invece, uno strumento possa amplificare il nostro potere con la stessa funzione attiva che ha la spada di un guerriero. Siamo più propensi ad "aspettare la grazia", piuttosto che crearla per noi. Allo stesso modo, idolatriamo la speranza e la fortuna, senza riconoscere che è l'Agire, invece, il vero potere dell'Universo, che è azione e creazione. Ed è qui che sta il paradosso più grande e che la maggior parte della gente ignora del tutto: anche un amuleto con potere passivo come il classico cornetto, il ferro di cavallo o il crocefisso non hanno alcun valore, se non siamo noi a infonderlo in essi e a richiamarlo a noi, nutrendolo. In poche e semplici parole, se non ci assumiamo la responsabilità, se continuiamo a delegare a esso la sua funzione di protezione senza riconoscerla in noi, quell'oggetto servirà a ben poco.


Foto tratta da Pixabay

Non ci chiediamo come mai in ogni film o fiaba che si rispetti i Maghi usano sempre importanti alleati.

I racconti non nascono mai dal nulla. Chi inventa una storia lo fa grazie a una base reale esistente. E tutte le favole che conosciamo contengono messaggi alchemici.

Ogni "personaggio" ricorre ai propri fidati oggetti attraverso cui manifesta se stesso: il Guerriero ha la spada, il Soldato il fucile, il Biologo il microscopio... Non è diverso per gli strumenti utilizzati in magia. Non bisognerebbe cadere nel tranello del pensiero comune secondo cui certi oggetti appartengano unicamente alla finzione. Perché è proprio così che quella finzione viene alimentata, finendo per neutralizzare ciò che di bello e potente quegli strumenti possono fare per noi.


Che differenza c'è, dunque, tra la bacchetta e il bastone?

In verità, nessuna. Secondo le nostre memorie, tuttavia, la bacchetta può essere utilizzata più per la creazione (far apparire o scomparire qualcosa), soprattutto quella di tipo mirato e preciso. La bacchetta è piccola, è veloce, risponde all'istante, e direziona molto bene l'energia.

Il bastone, invece, viene utilizzato per realizzare intenti più a largo spettro o per difendersi. Può essere utilizzato per creare attorno a sé un cerchio invisibile di protezione e risponde a ordini dati in modo imperativo. Può servire anche a scacciare entità.


Foto di Danieloov da Pixabay

Persino il maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov parla dell'utilizzo di strumenti come la bacchetta magica. Sembrerebbe strano, ma con l'Alchimia e con le Scienze Esoteriche accade spesso questa sorta di ambiguità, il paradosso è di casa.

Per questo invitiamo sempre chi ci segue a non soffermarsi mai solo sulla mera apparenza. Bisogna sempre scendere in profondità nelle cose per conoscere come sono in realtà.

Bisogna quindi comprendere che la vera bacchetta magica non è solamente un bastone, ma un legame interiore vivo che l'uomo ha saputo creare fra il mondo in alto e il mondo in basso. E' in se stesso che il vero mago deve possedere quell'asticciola che fa da legame fra la terra e il Cielo. Il ruolo della bacchetta magica sta nel consentirne il collegamento, affinché le energie circolino fra i due mondi. [...] In realtà si può affermare che la vera bacchetta magica è l'essere umano stesso, intermediario fra la terra e il Cielo. Ecco perché deve essere sempre unito al Cielo, per agire beneficamente sulla terra. I veri iniziati non si servono della bacchetta magica, ma sono loro stessi delle bacchette magiche. (da "Il libro della magia divina", Omraam Mikhaël Aïvanhov)

Ed ecco di nuovo l'ambiguità e il paradosso dietro l'angolo: "Ma allora, 'sta bacchetta la devo usare o no? Non ho mica capito!"

Posto il fatto che:

  1. Non c'è nessun obbligo;

  2. Ognuno/a si affida al proprio sentire;

  3. Senza una conoscenza e una preparazione adeguata di certi strumenti e senza un costante lavoro su di sé ne sconsigliamo l'utilizzo (per rendere l'idea, gli allievi della nostra Scuola accedono a questo genere di Magia dopo il primo o il secondo anno di corso).

Le risposte alla domanda iniziale, dunque, sono molteplici.


Sì:

  • Se sei agli inizi;

  • Se senti di aver bisogno di un rafforzatore dei tuoi intenti;

  • Se senti che nelle tue memorie profonde questi strumenti ti comunicano realizzazione.


No:

  • Se usarli crea attrito dentro di te;

  • Se sei un Iniziato con anni di esperienza;

  • Se tutte le tue memorie sono concordi nel dirti che la vera bacchetta sei tu.


Procedendo nel percorso spirituale, si sente spontaneamente il passaggio da "esterno" a "interno". Dapprima si ha molto bisogno di utilizzare strumenti, di vederli, viverli, toccarli... Mano a mano che la Coscienza si eleva, invece, scende sempre più in noi la consapevolezza che tutti quegli strumenti sono dentro di noi e non si prova più la necessità di utilizzarli, ma di incarnarli, di avvertire la loro presenza in noi (vedi ciò che abbiamo scritto sul Graal in questo stesso post).


Foto di Leandro De Carvalho da Pixabay


In conclusione e per onor del vero, va detto anche che, a un certo punto, il Mago in cammino - per via del lavoro su di sé - sente naturalmente cessare la volontà di ottenere qualcosa, di realizzare "desideri" materiali. Perché tutto ciò ha è già quello che vuole. E tutto ciò che vuole è quello che già ha.


Se ti va, puoi leggere anche i nostri articoli "La Magia per noi" e "Tenere un Diario nel lavoro su di sé", che sfiorano anche gli argomenti di questo nostro post.


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