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Quando “cambiamento” fa rima con “paura”

Aggiornamento: 18 mar 2023

In questo periodo ho avuto modo di riflettere su alcuni temi di attualità che rimbalzano da orecchio a orecchio e di bocca in bocca da anni.

Rifletto sulle conseguenze della globalizzazione, sull’immigrazione, sull’inquinamento. Penso ai cambiamenti climatici, alle nuove generazioni che non sono più “come quelle di una volta”. Medito su questi e altri argomenti e mi viene spontaneo dire che niente può essere più uguale a come lo abbiamo vissuto un tempo. Tuttavia, questo non deve essere necessariamente percepito come un male.

E’ il punto di vista umano che vede il cambiamento come sbagliato, semplicemente perché lo viviamo come un sinonimo della paura. E la paura più grande della nostra specie è quella della morte, che vediamo riflessa in ogni fine (di un’epoca, di un’esistenza, di un’abitudine, di un contratto di lavoro, ecc.), dalla quale poi derivano tutte le altre sue figlie.

Non ci passa neanche per l’anticamera del cervello, tuttavia, che la parola “fine” sia sinonimo di un vocabolo bellissimo: “inizio”. A tal proposito c’è una massima di Lao Tzu che recita: “Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla” e fa riflettere assai…

farfalla

Vorremmo un mondo che resta immutato, non assistere ad alberi che crollano e altri esseri viventi che lasciano questo mondo e questa dimensione alla quale siamo attaccati con le unghie e con i denti.

Vorremmo che non esistessero terremoti, frane, eventi estremi, perché la terra che abbiamo sotto i piedi dovrebbe starsene ferma lì, ad accogliere ogni nostro capriccio o volere.

Vorremmo non vedere gli animali che cambiano continenti e habitat, che perdono l’orientamento, perché non lo riteniamo giusto, ci impietosiamo di fronte a certe scene, senza vederne il naturale scorrere della vita, seppur nella sua apparente anomalia.

stagioni

Vorremmo che le stagioni non cambiassero, che ogni popolo restasse al proprio posto senza invadere i confini altrui “perché è sempre stato così”.

Vorremmo che i bambini imparassero in fretta come abbiamo fatto noi, che non avessero lo sguardo sempre perso chissà dove e che non facessero così tanta fatica nelle materie scolastiche. Li vorremmo “come siamo stati noi alla loro età”, perché “queste nuove generazioni” sono strane, diverse… smaliziate, troppo mature, troppo scostanti.

E potrei andare avanti così all’infinito.

In altre parole vorremmo un mondo che non cambia mai, dove tutto resta com’è… ma ciò che è immobile, immutato e inerte è proprio la morte dalla quale vorremmo disperatamente fuggire. La Vita è un’altra cosa.

La Vita è movimento, è cambiamento, trasformazione continua e incessante.

vita

La Vita è evoluzione, che ci piaccia o no; a lei non interessa il nostro giudizio, non va avanti secondo i nostri (umani) criteri di bene e male, di giusto o sbagliato. Procede a prescindere da tutto, inarrestabile, inesauribile.

Immaginate per un attimo di essere l’Universo. Siete onnipotenti, infiniti, senza alcun confine né parametro o preconcetto. Semplicemente esistete. In quanto Universo ed emanazione divina, come pensate di poter percepire i cambiamenti climatici? L’Universo percepirebbe come una catastrofe il surriscaldamento globale di un solo pianeta (che noi sappiamo, potrebbero essercene anche altri con le stesse nostre condizioni)? Siamo NOI esseri umani a giudicarlo negativo, insieme a tutta un’altra serie di cose: abbiamo la presunzione, in quanto esseri pensanti e intelligenti, di credere fermamente che il pianeta stia soffrendo, che gli animali e le piante siano da salvare, che la Terra sia stufa di tutto e di tutti… Ma quanto dell’energia universale c’è in questo pensiero comune e quanto, invece, c’è di umano? Non sto dicendo che tutto questo non esista, né che tutti dovremmo fregarcene di ciò che accade, il mio intento è quello di far vedere le cose da una prospettiva più ampia, di accrescere i nostri limitati orizzonti.

pianeta

Non tutto ciò che giudichiamo un male per NOI lo è altrettanto per la Terra e per tutti gli altri suoi abitanti. Quella in cui ci troviamo è un’Era nuova, che volge sempre di più lo sguardo a una nuova dimensione. E il nuovo implica cambiamenti e pulizie, purificazioni e ristabilimento dell’ordine e degli equilibri, un ordine e un equilibrio differenti da quelli che abbiamo conosciuto finora. Spaventa, certo, ma questo non significa che si debba abbandonarsi a pensieri catastrofisti (“tanto moriremo tutti”, vero?).

Al di là del nostro naso esistono cose che non vediamo, perché siamo troppo occupati a giudicare, a puntare il dito verso qualcuno o qualcosa. I nostri sensi sono obnubilati dal nerume che crediamo di avere intorno e così perdiamo una percezione importante delle cose, più ampia e realistica, anche se potrebbe sembrare il contrario.

Come in alto così in basso, come dentro così fuori, come l’Universo così l’Anima, recita il motto esoterico attribuito a Ermete Trismegisto. Tutto ciò che abbiamo intorno e di cui ci lamentiamo sarebbe – ed è – un grande Maestro, se solo aprissimo gli occhi per vederlo davvero.

L’Universo, tra i mille insegnamenti che ci sta amorevolmente dando, con la globalizzazione ci sta comunicando che tutto è Uno, che siamo tutti fatti della stessa sostanza che permea ogni altra cosa. Noi la viviamo come una cosa scomoda (in alcuni casi, invece, non la disprezziamo affatto), quando in verità ha un messaggio sotteso che varrebbe la pena cogliere.

Il web che siamo tanto bravi a denigrare quando ci conviene “perché ormai la vita è solo su internet” ci sta insegnando in verità che tutto è collegato, che siamo tutti interconnessi, ma abbiamo gli occhi velati dalla materialità per poter scorgere questo significato meraviglioso.

essere connessi

La spazzatura che dai mari si riversa sulle spiagge ci costringe a fare pulizia, a vedere la sporcizia che produciamo, non solo a livello materiale: siamo chiamati a fare ordine, a differenziare e a pulire anche la nostra vita interiore… perché i nostri mari e gli oceani rispecchiano le nostre acque interne, che inquiniamo di emozioni e pensieri deleteri.

Che per ogni argomento dell’attualità ci siano dei contro e degli aspetti materialmente negativi è un altro discorso ed è innegabile che le azioni umane portino a delle conseguenze, ma ci focalizziamo sempre sul nero, anziché vedere la goccia di yang che c’è dentro yin e che potremmo far crescere, se solo lo volessimo e la considerassimo.

E questo sarebbe già un grande, illuminante passo, che potrebbe realmente cambiare le cose, anche se stentiamo a crederlo.





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