Settembre
Settembre per me è sempre una pagina bianca che sta per riempirsi.
Inizia il periodo dell’anno che amo di più, fatto di calma interiore, di bilanci e progetti da veder sbocciare presto, lontano dalla frenesia dell’estate. Settembre è il mese in cui mi rimetto sempre in moto, anche se con tempi lenti, recuperando ciò che è rimasto in sospeso nei mesi precedenti. E’ il periodo in cui di solito riprendo in mano la penna, i miei studi e gli impegni piacevoli.

Come riporta Alfredo Cattabiani nel suo Lunario, Settembre origina dal latino September, che significa settimo mese. Per noi, oggi, è in verità il nono del calendario, ma per i romani l’anno iniziava a marzo.
Il nove è il numero della progressiva manifestazione materiale dell’invisibile. Quale mese migliore per rappresentare questo numero, che è un primo invito all’interiorità e a ritrovare la propria spiritualità?

Il nove, inoltre, simboleggia con la sua forma spiraleggiante la conclusione di un ciclo e l’inizio di un nuovo; concetto, questo, che ci rimanda all’antica concezione celtica della Ruota dell’Anno, che principiava nel periodo invernale, più precisamente a Samhain (31 ottobre – 1 novembre), quando le tenebre sono più fitte, proprio come nel buio dell’utero materno scaturisce la vita (per approfondire, puoi leggere l’articolo “Samhain e Halloween, due nomi per una sola festività“).
Per il calendario arboricolo Ogham del Celti, il 2 settembre principiava il mese della Vite, che per i Greci era sacra a Dioniso mentre per i popoli celtici era un attributo della Dea e ai suoi molteplici aspetti. La chiamavano Muin, che significherebbe “insegnamento” o “istruzione”, anche se si pensa che questo termine indicasse originariamente il Rovo, dalle cui more si produceva un vino apprezzabile e caro soprattutto alle fate. Ma i Celti non furono i soli ad associare questa pianta a divinità femminili. Anche i Sumeri associavano la Vite a una Dea, la Dea Vite o Madre Vite, per l’appunto.

E’ dunque tempo di uva, di cachi, di castagne e di frutti sostanziosi, atti a prepararci all’Inverno che verrà e a fare “provviste” per la stagione più povera dell’anno. Con l